SANITÀ

Percorso nascita attivato per 1.879 madri trentine 

Nato per compensare la chiusura delle sale parto. Trentino Orientale, adesioni oltre l’80%. Il rapporto: donne soddisfatte, ora va garantito in tutta la provincia


di Andrea Selva


TRENTO. Sono 1.879 le donne trentine che nel corso del 2017 hanno partecipato al nuovo percorso nascita organizzato dall’Azienda sanitaria provinciale. Un numero in aumento rispetto al 2016 (erano 1.484) che rappresenta quasi la metà delle donne che hanno partorito in Trentino (4.172). Ma prendendo in considerazione solo le aree dove il percorso nascita è effettivamente partito, la percentuale sale al 56%.

Si tratta di un’iniziativa nata (anche) per compensare la chiusura dei punti nascita periferici, presso gli ospedali di Arco, Tione, Cavalese e (più indietro nel tempo) Borgo Valsugana. Per questo il percorso è partito prima nelle periferie (con percentuali particolarmente elevate nel Trentino Orientale, cioè Fiemme, Fassa, Valsugana e Primiero) e solo nei prossimi mesi sarà completato in Vallagarina, nel distretto Trento-Nord e nelle valli del Noce. Oggi un convegno organizzato a Trento (di cui diamo notizia nel pezzo qui sopra) sarà l’occasione per fare il punto della situazione.

Al di là della chiusura dei punti nascita periferici, le donne hanno apprezzato il progetto, come dimostra un questionario sottoposto a circa 300 madri da cui emerge la soddisfazione per i servizi ricevuti e per l’attenzione dimostrata da ostetriche e medici.

L’obiettivo è quello di garantire alle madri trentine assistenza continua con visite, esami e anche semplici consigli, eventualmente anche a domicilio, per un periodo complessivo di 12 mesi, prima e dopo il parto, naturalmente negli ambulatori vicini al luogo di residenza delle madri.

È l’ostetrica Caterina Masè a spiegare come funziona il percorso nascita, avviato già nel 2016: «Quando la gravidanza è accertata le donne possono chiamare il cup e prenotare la prima visita del percorso nascita. In questo modo partirà un percorso di assistenza, con tutte le visite e gli esami necessari». Le percentuali di adesione al percorso nei primi territori in cui è partito il progetto sono molto elevate, ma l’obiettivo non è di raggiungere il 100 per cento: «Vogliamo dare una risposta a tutte le donne che si rivolgeranno a noi - spiega ancora Masè - ma naturalmente ci saranno sempre donne che vorranno organizzare un proprio percorso verso il parto, anche rivolgendosi a medici in libera professione».

Parallelamente al percorso nascita l’azienda sanitaria ha attivato una foresteria ostetrica a Trento, con tre posti a disposizione di altrettante madri provenienti dalle periferie che hanno la necessità di alloggiare vicino all’ospedale Santa Chiara in visita del parto o di altri esami.

 













Scuola & Ricerca

In primo piano