Paura in viale Trento: bruciata un’auto

Nel parcheggio del complesso Itea trovato liquido infiammabile. E ora nei condomini si vive tra terrore e diffidenza


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Hanno tentato di spegnere le fiamme con l’estintore del condominio ma ormai era troppo tardi. E nemmeno l’intervento dei vigili del fuoco volontari è riuscito a salvare una Volkswagen Sharan grigia data alle fiamme sabato notte in viale Trento. Un incendio doloso, non ci sono dubbi, visto che non si può parlare di cortocircuito essendo la macchina stata parcheggiata almeno cinque ore prima, ma soprattutto, stando alle testimonianze di chi abita nei palazzi Itea, «c’era del liquido infiammabile in strada e l’incendio è partito in due punti distinti». Ma il proprietario dell’auto, Hamdi Aljija, 36 anni, originario del Kossovo, sposato e con 4 figli, di professione custode per l’Amr, non sa darsi pace: «No, non posso dire nulla. Non ho mai ricevuto minacce o avvertimenti. Davvero non saprei dire chi se l’è presa con la mia macchina».

Mancavano pochi minuti alle 23 di sabato quando è scattato l’allarme per una macchina che stava bruciando nel cortile di uno dei palazzoni Itea di viale Trento. Chi si è accorto ha preso l’estintore del condominio nella speranza di fermare il fuoco in tempo. Tutto vano. Subito dopo è stato avvertito il proprietario e dalla miriade di appartamenti sono scese in strada centinaia di persone, ragazzi e adulti, di ogni etnia. «Ero alla festa sarda - racconta il proprietario del mezzo - quando si è sviluppato l’incendio. Sono corso subito qui ma ormai avevo capito che non c’era più nulla da fare per la mia macchina. No, escludo che si sia potuto trattare di un cortocircuito o di un incendio fortuito visto che l’auto era ferma dalle 5 e mezza del pomeriggio».

E allora chi può aver dato fuoco alla Volkswagen? Chi può, come racconta qualche condomino, che c’era del liquido sparso attorno al mezzo e che i punti di partenza del rogo erano due? «Vorrei saperlo anch’io. Qualche idea posso avermela fatta, ma non ho nessuna prova. Anche perché non posso dire che sia stata una persona piuttosto che un’altra visto che nessuno mi ha minacciato e con nessuno ho avuto problemi di qualsiasi tipo» spiega Hamdi Aljija che vuole ringraziare i vicini che hanno tentato di spegnere l’incendio.

Nei condomini dell’Itea, comunque, c’è paura per quello che è successo l’altra note. C’è il timore che qualche tensione possa portare ad altri episodi simili. «Secondo me - interviene una donna - qualcuno voleva fare una strage. Perché è stato dato fuoco alla macchina che si trovava vicino ai cassonetti per la raccolta della carta. E se l’incendio si fosse propagato alla carta e poi alle altre auto parcheggiate, vi immaginate cosa poteva succedere? Grazie a Dio è andata bene...»

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