Parte l'assalto alle liste di mobilità

Subito code alla riapertura dei Centri per l'impiego: in arrivo dati record


Paolo Morando


TRENTO. Anno nuovo, vecchi problemi. Se ne sono accorti funzionari e impiegati del Centro per l'impiego di Trento, che ieri mattina appena aperti gli uffici di via Maccani si sono visti "invasi" da decine di persone: disoccupati o iscritti alle liste di mobilità a caccia di informazioni sulle pratiche da avviare per la registrazione nelle liste dell'Agenzia del lavoro, passo necessario per poter accedere alle indennità provinciali integrative rispetto a quelle nazionali. Un vero e proprio assalto, che ha reso addirittura necessario prolungare gli orari di apertura degli uffici.

È un appuntamento purtroppo caratteristico, quello di ogni inizio mese per l'Agenzia del lavoro, alle prese con l'avvio delle pratiche per l'accesso alle liste di disoccupazione e di mobilità. E ancor più lo è quello di inizio anno, visto che per ovvie ragioni sono numerosi i licenziamenti a corrispondere alla data del 31 dicembre. L'erogazione delle indennità di disoccupazione e mobilità parte dall'ottavo giorno successivo alla perdita del lavoro, previa iscrizione nelle liste dell'Agenzia: presentare la domanda immediatamente, nella prima settimana in cui si è privi di occupazione, è dunque decisivo per non risultare "scoperti". Di qui l'assalto agli uffici cittadini del Centro per l'impiego.

E le code di ieri mattina sono però risultate ancora più lunghe del previsto per via della concomitante chiusura dei patronati dei sindacati, dove spesso avviene il primo passaggio delle procedure: circostanza che ha dunque complicato un po' le cose per gli impiegati allo sportello, alle prese con carichi di lavoro forse in parte imprevisti. Tanto che già ieri in mattinata è stata presa la decisione di tenere aperto anche il pomeriggio, il che avviene solitamente solo il giovedì. E lo stesso accadrà domani. Non sarà invece possibile farlo oggi pomeriggio: il personale sarà infatti impegnato, come da appuntamento già fissato nelle scorse settimane, per le procedure relative agli ex dipendenti di Gestioni tipiche srl, la gestione del ristorante Forst in via Oss Mazzurana, che riaprirà a marzo sotto la guida di nuovi esercenti.

Impossibile per ora fare cifre: per poter essere elaborate con precisione, le statistiche dell'Osservatorio del mercato del lavoro tardano sempre di almeno un paio di settimane (necessarie per la raccolta dei dati) rispetto al periodo di riferimento. Tutto però lascia prevedere, a partire dalle code registrate ieri in via Maccani, che nei prossimi giorni verrà registrato un aumento record degli iscritti alle liste di mobilità. Lo conferma Eugenio Giovanetti, responsabile del Centro per l'impiego di Trento: «Effettivamente a livello provinciale sono molti i licenziamenti che arrivano a scadenza il 31 dicembre». E si tratta di un dato la cui evoluzione va vista in prospettiva, assommando cioè anche le cifre relative al termine delle casse integrazioni ordinarie o in deroga. Non solo: se in passato, prima dell'esplosione della crisi, i lavoratori in mobilità avevano maggiori chance di rientrare nel mercato, ora gli incentivi nazionali e provinciali alle aziende (in termini di decontribuzione per le nuove assunzioni, pagate come gli apprendisti anche in casi di contratti a termine fino a 12 mesi) sono sempre meno sufficienti a convincere i datori di lavoro ad ampliare gli organici.

Uno sguardo ai dati finora disponibili dà la misura delle dimensioni del problema. Nel dicembre 2010 i nuovi ingressi nelle liste di mobilità ammontavano a circa 270 unità e il mese successivo si era assistitito a un balzo che aveva portato a sfiorare quota 400. Quest'anno, da agosto, le nuove iscrizioni sono sempre cresciute, fino a circa 220. Ma la congiuntura economia dell'ultimo trimestre è stata forse la peggiore in assoluto da quando la crisi ha iniziato a investire a fondo anche il Trentino. E a metà dicembre la Cgil, rielaborando dati del Comitato provinciale mobilità, fissava in 4.807 il totale degli iscritti alla lista, un dato record superato solo a febbraio 2011, quando in mobilità risultavano 4.832 lavoratori.













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