Panchià ricorda i 55 russi morti nel 1917

Sono state ricordate da amministratori e gruppi associazionistici le 55 vittime della frana di Venzan del 19 gennaio 1917. Cento anni fa una enorme frana aveva travolto una moltitudine di prigionieri...



Sono state ricordate da amministratori e gruppi associazionistici le 55 vittime della frana di Venzan del 19 gennaio 1917. Cento anni fa una enorme frana aveva travolto una moltitudine di prigionieri dell’esercito russo impegnati a scavare ghiaia. I corpi irriconoscibili dei soldati travolti furono sepolti in un piccolo cimitero militare appositamente creato, attiguo a quello del paese di Panchià. In seguito le spoglie furono riesumate e trasferite. Del fatto rimane ora solo una lapide lungo la statale 48 delle Dolomiti che ricorda genericamente la morte di 55 lavoratori. A promuovere il momento di ricordo gli alunni della classe seconda A della Scuola Media di Tesero con l’insegnante Valter Zeni. Dopo una breve ricerca storica (grazie al lavoro di Paolo Defrancesco svolto nell’archivio comunale di Panchià) gli studenti hanno inviato una lettera alla Comunità di Valle, al Circolo culturale ricreativo di Panchià e alla sezione Alpini di Panchià per sollecitare un breve momento di commemorazione. L’appello è stato ascoltato e insieme al gruppo Alpini, Guardia di Finanza, circolo culturale (con le foto storiche delle frana) hanno partecipato Giovanni Zanon, presidente della Comunità territoriale con il vice Malfer e Giuseppe Zorzi, sindaco di Panchià. Gli amministratori si sono impegnati a dare seguito alla sollecitazione degli studenti quindi l’amministrazione di Panchià realizzerà una lapide esplicativa accanto a quella esistente, per chiarire che i caduti non erano semplici lavoratori, ma prigionieri di guerra di nazionalità russa, ungherese, rumena, croata, serba e cecoslovacca. Si valuterà anche se il Servizio strade della Provincia possa spostare nel vicino parcheggio il cippo ora su un tratto di strada piuttosto pericoloso. (g.b.)













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