Palazzo Salvotti a Cozzio Ma il Comune non molla

L’antiquario di Campiglio ha firmato il rogito, ora ci sono due mesi di tempo per esercitare il diritto alla prelazione. Pd e Insieme per Mori favorevoli


di Giuliano Lott


MORI. Dopo mesi di estenuante trattativa con il Comune, Lorenzo Cozzio ha firmato il rogito grazie al quale diviene proprietario a pieno titolo di palazzo Salvotti. L’immobile, acquistato all’asta a dicembre dello scorso anno dall’antiquario di Campiglio, è stato pagato 180 mila euro, una cifra modesta, ma le pessime condizioni in cui si trova rendono necessario un lavoro di restauro che costerà milioni. Ora Comune e Provincia hanno due mesi di tempo per esercitare il diritto di prelazione, e la maggioranza in consiglio comunale è determinata a premere sulla giunta Dellai perché acquisisca l’edificio. Di questo si parlerà martedì prossimo in consiglio comunale, ma intanto il Pd e Insieme per Mori ribadiscono la propria posizione, favorevole alla “riconquista” di palazzo Salvotti da parte dell’ente pubblico.

La vicenda era iniziata nel 2004, all’indomani della scomparsa della baronessa Annamaria Salvotti, all’età di 83 anni. La nobile aveva lasciato il palazzo storico ai bambini dell’Africa, una definizione generica sulla quale era intervenuta l’Unicef, che prima ha acquisito il palazzo e poi lo ha messo all’asta, dove l’antiquario Cozzio l’ha comperato. Da questo punto in poi si è sviluppata una trattativa tra Comune e proprietario per arrivare a mantenere nell’edificio, una volta restaurato, una forte funzione pubblica. Nel frattempo, nella borgata si è trascinato un lungo dibattito sull’utilizzo - e la convenienza economica da parte dell’ente pubblico - dello stabile: secondo le minoranze si tratterebbe di soldi sprecati, anche perchè su palazzo salvotti non è ancora stato stabilito un impiego preciso, ma solo una serie di ipotesi, da quelle credibili a quelle più srampalate. Il circolo del Pd moriano ha più volte espresso la propria posizione: in principio, apprezzando l’intervento del privato, ma chiedendo garanzie sulla consistenza del suo progetto. Poi, naufragato l’accordo tra Comune e Cozzio, ritenendo «saggio pensare all’acquisizione, tramite prelazione». Nel Pd tutti sanno che l’acquisto, in sè, è poca cosa. I costi di ristrutturazione sono insostenibili per l’amministrazione moriana, che ora pensa di spingere la Provincia a far valere il diritto di prelazione. Nel merito, l’assessore provinciale alla cultura Franco Panizza si era proposto di procedere all’acquisto e alla messa in sicurezza dell’edificio, in attesa di tempi migliori per ristrutturarlo. Gianfranco Cescatti (Insieme per Mori, la lista del sindaco Roberto Caliari) è dello stesso avviso: «Oggi mancano le risorse per il restauro, ma è un palazzo di interesse storico e dobbiamo comperarlo. Se la Provincia non si espone, potremmo farlo noi, chiedendo un finanziamento. Il restauro? Ci penseranno i nostri figli».

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