«Pagami o non ti faccio lavorare» 

Caporalato, la Cisl denuncia un nuovo caso in Valsugana: operaio avrebbe minacciato un collega dell’Est. Indagini in corso


di Federico Duca


TRENTO. Da fine maggio è attivo il numero verde 800.199.100 della Cisl, che fa parte di una campagna nazionale di denuncia e ascolto contro lo sfruttamento del lavoro nell’agricoltura. Sono già state raccolte numerose segnalazioni dalla Fai Cisl trentina, riguardanti principalmente casi di irregolarità dal punto di vista contributivo, mancati pagamenti e persone sottopagate. Il segretario generale Fulvio Bastiani tiene comunque a precisare che in Trentino il caporalato è un fenomeno fortunatamente circoscritto, ma ci sono casi da non sottovalutare.

In particolare, grazie al numero verde è arrivata la segnalazione di un caso, che se venissero confermate le dinamiche dalle autorità competenti prefigurerebbe la fattispecie di reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”. Il caso sarebbe avvenuto nella Bassa Valsugana, la persona che ha contattato il centralino del numero verde è di origini est-europee e ha affermato di essere rimpatriata a causa delle minacce di un connazionale, che lavorava all’interno della sua stessa azienda e pretendeva una quota mensile per lavorare. “Il caso è stato immediatamente segnalato alle autorità competenti (servizio lavoro, ndr)”: afferma Bastiani. A quanto pare il Servizio lavoro era già da tempo a conoscenza del caso, che era già stato segnalato da altre quattro persone, appartenenti però allo stesso nucleo familiare. Grazie al numero verde del sindacato si è quindi allargato il campo per delle eventuali indagini e il servizio lavoro sentirà anche l’autore di quest’ultima segnalazione.

Il segretario generale tiene infine a sottolineare: “Siamo particolarmente preoccupati per la segnalazione fatta al nostro numero. Da quanto riferitoci, la persona segnalata utilizzerebbe metodi spicci.” Si tratterebbe quindi di un soggetto che lavorava all’interno della stessa azienda in cui lavoravano le vittime e non di un esterno, ma Bastiani afferma: “Non siamo ancora in grado di capire se l’azienda interessata ne fosse a conoscenza o meno. Non spettano a noi le indagini, ma diamo la nostra completa disponibilità a collaborare per estirpare sul nascere questo fenomeno”.

Intanto a Roma si è conclusa giovedì la protesta durata tre giorni e sostenuta dai sindacati confederali dell’agro-industria (Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil) contro la reintroduzione dei voucher nell’agricoltura prevista dal decreto dignità. In merito, il segretario trentino sostiene che la reintroduzione andrebbe a peggiorare la piaga del caporalato. Inoltre, precisa che nell’agricoltura è già possibile utilizzare i voucher per alcune categorie (pensionati, studenti e disoccupati) e la reintroduzione generalizzata significherebbe destrutturare i contratti di lavoro. Infine, analizzando il quadro del Trentino, dove nell’agricoltura tradizionale il 90% dei lavoratori sono stagionali, afferma: “Con le raccolte un lavoratore potrebbe mettere insieme un anno intero dal punto di vista contributivo, ma con i voucher svanisce questa possibilità”.

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