Orsi e lupi, parte la crociata dei contadini

Lettera a Dellai e Durni: «Non uccideteli, ma allontanate subito gli esemplari pericolosi»


Valeria Frangipane


TRENTO. «Orsi e lupi stanno benissimo nelle favole ma non a divorare le nostre bestie. Non vogliamo uccidere quelli pericolosi ma pretendiamo che vengano spostati altrove». Leo Tiefenthaler - presidente della potente associazione dei contadini del Bauernbund - ed il direttore Siegfried Rinner hanno elaborato assieme a Gabriele Calliari - presidente di Coldiretti Trento - ed a Confagricoltura un elenco di richieste indirizzate ai presidenti Durnwalder e Dellai. «L'orso che scorrazza per la Val d'Ultimo divora mucche e cavalli e come se non bastasse adesso a Madonna di Senale è stato pure fotografato un lupo. Rispettiamo il progetto "Life Ursus" - che ha riportato in regione più di trenta plantigradi - ma chiediamo prima che diventino 40 o 50 precisi paletti perchè la situazione può diventare pericolosa anche per gli uomini. Contadini e turisti». E c'è di più. Bauernbund, Coldiretti e Confagricoltura pretendono di arginare lo strapotere del ministero dell'ambiente: «Il progetto "Ursus" ci è stato imposto e nessuno si è mai sognato di venirci a chiedere cosa ne pensavamo e adesso siamo noi a pagare le conseguenze a suon di capre, pecore, mucche e cavalli sbranati. Vogliamo che le Province in virtù della loro autonomia possano almeno dire la loro e decidere cosa fare in casi gravi come questo». E lo stesso dicasi per il lupo, che non è quello di Cappuccetto Rosso. «O ci rendiamo conto subito di avere di fronte un problema e lo affrontiamo o tra qualche anno potremo avere guai seri. Nel lungo termine il lupo si rivelerà ancora più problematico dell'orso. Per questo chiediamo che venga elaborato subito un preciso piano di azione che disciplini chiaramente il rapporto con i lupi». Gabriele Calliari, presidente di Coldiretti Trento, lancia l'allarme: «Che nessuno si azzardi a parlare di favorire il popolamento del territorio con i lupi. Dove è accaduto, come in Abruzzo, la zootecnia è morta. Il lupo che finora si era mosso solo sui confini settentrionali della val di Non è un animale prolifico e feroce che decima, tanto per cominciare, gli allevamenti di capre». Insomma gli agricoltori invocano interventi concreti. «Chiediamo che venga stabilito un numero massimo di orsi - visto che non possono crescere in maniera incontrollata - e che siano allontanati gli esemplari pericolosi e problematici. Le Province di Bolzano e Trento devono poi poter godere, in questo campo, di una maggior autonomia e di una posizione più forte e ferma nei confronti del ministero dell'ambiente. Non è possibile che progetti del genere vengano fatti cadere dall'alto e poi agli agricoltori tocchi l'altro lato della medaglia». Per conseguire questi obiettivi è però necessario fare fronte comune: «La Regione deve farsi sentire». Insomma che le canti a quelli del ministero. I rappresentanti degli agricoltori vogliono anche avere all'interno della Regione un referente politico esperto di "predatori" che s'interessi per esempio anche del "progetto Live Ursus". «Che magari c'informi! Perchè alla fine i conti con orsi e lupi li facciamo sempre e solo noi».

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