«Organizzazioni criminali attratte dal ricco Trentino» 

Nel rapporto sulla sicurezza in provincia 444 «reati spia» di attività mafiose Aumentano borseggi, truffe online, furti in casa (3 al giorno) e stalking 


di Fabio Peterlongo


TRENTO. Nel 2017 in Trentino Alto Adige sono state 177 le segnalazioni di riciclaggio finanziario operate dalla criminalità organizzata e 444 i possibili reati spia di attività mafiose analizzati dalla Direzione Investigativa Antimafia. Ciò dimostra come il Trentino sia attrattivo per le organizzazioni criminali, che al momento non sembrano però aver messo radici. Cala il numero dei reati denunciati, ma cresce il numero dei reati “minori”, come borseggi e le truffe anche online. Stabili o in lieve incremento le denunce di delitti sessuali, maltrattamenti o stalking. Sono alcuni dei risultati emersi dal «Rapporto sulla sicurezza in Trentino» stilato dal gruppo di lavoro in materia di sicurezza voluto nel 2012 dalla giunta provinciale e coordinato dall’ex procuratore della Repubblica Stefano Dragone. Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti ha commentato: «Dai risultati emerge come vi sia tra i trentini una richiesta di maggior controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, a conferma del “sentimento” che abbiamo letto nella società».

Criminalità organizzata. Il Rapporto cita l’allarme lanciato dal procuratore nazionale Antimafia che segnala l’estendersi di interessi mafiosi anche verso il Nord Est, dove tuttavia non appaiono «consolidati». Ha spiegato Dragone: «Il Trentino è un territorio ricco e diventa attrattivo verso le organizzazioni criminali. Ma gli episodi specifici sono meno numerosi che altrove. Gli anticorpi del Trentino contro le organizzazioni criminali sono prodotti dal forte senso di legalità diffuso, perché i trentini denunciano sempre tutto». Dragone invita a tenere tuttavia la “guardia alta”: «La Camera di commercio ha segnalato l’acquisizione di aziende trentine da parte di imprese provenienti da fuori regione: questo indica che l’interesse, anche lecito, ad inserirsi nel tessuto economico trentino da parte di attori esterni è presente». L’ex procuratore fa riferimento ai dati pubblicati nel Rapporto che mostrano come nel corso del 2017, 258 aziende trentine siano state rilevate da imprese provenienti dalle regioni del Sud (93 sono campane). Il settore di maggiore interesse è l’edilizia (31 imprese rilevate) seguito dalla ristorazione (28).

Criminalità comune. Il Trentino mostra una media di reati significativamente inferiore alla media nazionale per provincia, con 3030 reati contro 4100. I reati denunciati sono in flessione rispetto agli anni precedenti, ma si segnala un incremento, seppur lieve, di borseggi e truffe anche online. Il Rapporto cita tra le cause di questa riduzione complessiva dei reati, anche la “deflazione normativa”, ovvero la prassi per cui solo i reati più gravi arrivano a processo (ad esempio la depenalizzazione dei reati di ingiuria e danneggiamento). Secondo le cifre fornite dalla Procura, sono limitate a pochissimi casi le denunce di corruzione e anche i casi di usura sono definiti modesti nel Rapporto (circa 30). Sono al contrario quasi raddoppiate (da 24 a 44) le denunce per abuso d’ufficio e sono aumentati, seppur di poco, i furti in abitazione (3 al giorno) e i delitti a sfondo sessuale, stalking e maltrattamento. Ha commentato Dragone: «La percezione di insicurezza dei cittadini nasce proprio da questi episodi, che però trovano un ridotto riscontro in termini di denunce effettive».













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