Olivi: ora basta, il Pd scelga tra me e Zeni

L’assessore risponde all’attacco del capogruppo: «Fa cannibalismo politico e così danneggia tutta la coalizione»


di Chiara Bert


TRENTO. «Non accetto lezioncine di moralità politica da Luca Zeni». Basterebbero queste parole di Alessandro Olivi per raccontare fino a dove è arrivato il grado dello scontro dentro il Pd trentino. A sferrare l’attacco ( Trentino di ieri, ndr) è stato il capogruppo in consiglio provinciale, che ha accusato Olivi di pensare alle poltrone e si è detto esterrefatto della sua indicazione come capolista da parte della commissione elettorale. La risposta a distanza dell’assessore all’industria, e candidato del Pd alle primarie, non si è fatta attendere: «Quello di Zeni è cannibalismo politico. È ora che gli organismi dirigenti del Pd dicano stop a questo scempio, chiedo rispetto per la mia storia».

Assessore Olivi, Luca Zeni ha detto che lei è in cerca di garanzie personali, mentre lui non ne ha mai chieste.

Ho trovato le sue parole e le sue mezze allusioni altamente sgradevoli, anche se non mi hanno più di tanto sorpreso. Avevo già notato una certa veemenza nel cercare di capitalizzare il risultato negativo delle primarie.

Non trova che lo scontro totale in atto tra correnti e tra dirigenti rischia di far implodere il Pd?

Infatti io non mi preoccupo affatto del giudizio che Zeni ha di me e che è noto da tempo, il problema è che questo sistematico screditamento dei percorsi decisionali collettivi del partito e il tentativo di indebolire alcune sue figure produrranno danni non solo al Pd ma a tutta la coalizione. Quelle di ottobre saranno elezioni complicate e senza un Pd forte, che vuol dire compatto, rischiamo di mettere a rischio il risultato.

Come si fa a stare nello stesso partito dandosi reciprocamente giudizi così pesanti tra dirigenti?

Le parole di Zeni mi confermano che questo partito deve ancora fare molta strada per essere una comunità politica. Qui manca la solidarietà. Perché o tra di noi ci si fida e c’è un sentimento di appartenenza ad una storia politica, e non ci si considera avversari, o questo non è un partito. Questo è cannibalismo politico, è rincorsa al successo personale.

È questo che pensa di Zeni?

Di certo non accetto lezioncine di morale politica da chi ha cercato di costruire spazi politici molto caricati sulla propria figura. Io non ho mai chiesto nulla né prima né dopo le primarie. Non ho costruito miei comitati o cordate finalizzati a un percorso parallelo al mio impegno amministrativo. Sono sempre stato libero e ne ho pagato le conseguenze anche alle primarie, dove questo ha significato anche essere solo. È stato il Pd a chiedermi di candidarmi e io ho accettato assumendomene i rischi e dando tutto quello che potevo.

Le primarie le avete perse ma lei si è comunque proposto come capolista. Perché, da sconfitto?

Ero a un bivio, potevo disimpegnarmi oppure non tirarmi indietro e non deresponsabilizzarmi. Da quel giorno non ho coltivato aspettative e una commissione elettorale libera ha fatto le sue valutazioni. Se la si delegittima e dal primo giorno si mette in discussione la persona individuata, non ci siamo proprio.

Si dice che lei avrebbe minacciato, se non fosse stato capolista, di lasciare il Pd e candidarsi altrove. È vero?

Assolutamente no, io non ho mai forzato. Ho solo detto, in privato, che volevo capire se la richiesta che il Pd mi aveva fatto di essere il candidato presidente era un’esercitazione o aveva un significato politico. Nel primo caso avrei tratto le mie conseguenze.

Ora è stato indicato capolista, la ritiene una conferma sufficiente?

È un incarico che deve avere alla base la fiducia del partito. Io rifletterò qualche giorno su questa inaccettabile speculazione che è stata fatta. So di avere con me la grande maggioranza delle persone che vogliono un certo Pd, però credo che sia giusto che gli organismi di questo partito prendano in mano la situazione e dicano stop a questo scempio. Io sono veramente stufo.

Sta chiedendo una presa di posizione dei dirigenti mentre il segretario è dimissionario?

L’ho chiesta al segretario, pur dimissionario, e al presidente. Se tutti possono dire tutto, compreso delegittimare la commissione elettorale, questi personalismi danneggeranno il Pd e la coalizione.

Ritiene che nel Pd non ci sia posto per Zeni?

Io non ho diritto di dire per chi c’è posto. Ma prima o poi si dovrà arrivare a sciogliere questa ambiguità. A tre mesi dalle elezioni c’è bisogno di tutti, ma chiedo rispetto per me e per la mia storia.

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