il caso

Offese ai danni di un allievo di nove anni su Facebook, maestro di sci a processo

Nei guai per aver pubblicato sul social le foto dei piccoli sciatori e per aver usato parole pesanti contro uno di loro



TRENTO. Un maestro di sci e insegnante di un corso per ragazzi l'accusato, un allievo di 9 anni la vittima. Il primo è finito in tribunale per avere pubblicato su Facebook le foto dei piccoli sciatori e per essersi lasciato andare a commenti ingiuriosi riferiti ad uno di loro. In particolare, secondo l’accusa, avrebbe scritto: “Io sto nano infame lo conosco... anch'io sto ridendo abbestia... spero di non avere un figlio come lui, altrimenti collegio e naja ahahah... e slake line ahahah (un esercizio di equilibrio sulla corda, ndr)”.

L'episodio risale all'aprile del 2014, periodo conclusivo della stagione sulla neve. Il maestro, 26 anni, proveniente da fuori provincia, prestava servizio nella zona del Primiero: deve rispondere dell'accusa di diffamazione in concorso con un altro giovane, 23 anni, residente nella zona, suo interlocutore su Facebook nella circostanza.

Le foto e i commenti risultano essere stati visti e commentati con l'icona “mi piace” da almeno 279 utenti. Il che dimostrerebbe che la diffusione è stata notevole, perché si presume che siano stati molti di più coloro che hanno soltanto letto le frasi ingiuriose.

Del Primiero anche la parte offesa: il ragazzino, assieme alla madre, in quanto esercente la potestà genitoriale. A patrocinarli l'avvocata Tiziana Castellaz di Trento.

La diffamazione si configurerebbe nella comunicazione con più persone a mezzo della pubblicazione sul portale Facebook di foto e commenti che offendevano la reputazione del minore. La pena prevista dall'articolo 595 è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516.

Il procedimento si è aperto in tribunale, a Trento, ma l'udienza è stata rinviata.

Starà al giudice stabilire se il reato contestato si sia configurato in questo caso specifico. Che comunque dimostra quanto possa “fare male”, soprattutto a un minore, l’uso illecito di un mezzo di comunicazione come internet e Facebook, che raggiunge milioni di persone.













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