Nuovi nomi per 3 vie, insorge il quartiere: 230 firme dal sindaco

Tre strade private diventate comunali, secondo il Comune è obbligatorio ribattezzarle ma i residenti sostengono di no


di Giuliano Lott


TRENTO. Sono 226 le firme dei residenti della Clarina che rifiutano di cambiare nome alla loro strada. Si tratta di tre strade private, acquisite dal Comune: sono altrettanti laterali di via Anna Frank (quella dove si trova la pizzeria Filippone), via Degasperi e via Clarina, destinate - dopo una scelta di nomi che comprendeva Jan Palach, immolatosi in un rogo nel gennaio 1969 durante la Primavera di Praga, e il generale dei carabinieri Michele De Finis - a prendere i nomi di via Aldo Moro, via Bruno Kessler e via Alexander Langer.

Secondo il Comune, si tratta di un atto obbligatorio: le strade private che entrano a far parte della rete viaria municipale devono assumere una denominazione propria.

Ma i residenti non ne vogliono sapere. E non per motivi ideologici: qui la toponomastica non innesca discussioni tra sostenitori dell’uno o dell’altro personaggio storico, come è accaduto nella sconclusionata vicenda del quartiere ex Michelin. I motivi della contrarietà sono molto più prosaici, se si vuole persino banali. Nessuno vuole cambiare indirizzo e trovarsi costretto ad aggiornare documenti, atti notarili, iscrizioni al catasto, abbonamenti a riviste e giornali. Chi abita nelle tre strade ex private desidera mantenere il medesimo indirizzo. Anche per la paura di non ricevere più la posta con la medesima regolarità. Alcuni di loro si sono attivati mettendo a parte del problema l’intera popolazione della Clarina, con particolare riguardo a chi si troverebbe “trasferito d’ufficio” in un’altra strada pur non spostandosi di un millimetro. Per i 226 firmatari la soluzione è semplice. Basta affiggere «l’mbocco delle vie un cartello con le indicazioni dei numeri civici (ad esempio, via Degasperi, dal numero 19 al 67).Ma per tutelarsi al meglio, hanno depositato le firme nello studio dell’avvocato Germano Romano, conferendogli l’incarico di dare un inquadramento giuridico alla protesta e di porsi come mediatore tra cittadini e amministrazione.

L’avvocato Romano nel merito dei nomi delle vie non ha alcun dubbio: «Da parte del Comune non c’è alcun obbligo di cambiare nome alle strade esistenti, che peraltro sono molto brevi, poichè in origine rappresentavano l’accesso alle palazzine della via su cui si affacciano. Le tre stradine, peraltro, insistono su una zona che non vede nuove edificazioni da circa un trentennio». Una soluzione va trovata, sostiene il legale, indicando come ottimale la proposta dei residenti . «E’ lo stesso criterio adottato in molte città d’Italia, e permette a ogni residente di mantenere invariato il proprio indirizzo». In questa ipotesi l’unica spesa per l’amministrazione sarebbe la nuova segnaletica con i numeri civici all’imbocco di ciascuna delle tre strade. Un costo che verrebbe affrontato comunque, anche nel caso che le tre strade venissero ribattezzate. Dal punto di vista delle spese, invece rinunciare alla nuova toponomastica sarebbe un’operazione quasi a costo zero. Oggi la petizione e le firme verranno consegnate al sindaco Alessandro Andreatta.

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