Nuova forte scossa di terremoto alle 13. Dellai sui luoghi del disastro

Il sisma sentito in tutto il Trentino attorno alle nove e poi intorno alle 13 una nuova forte scossa: epicentro ancora nel modenese. Centralini dei vigili del fuoco in tilt in tutto il Nord Italia, anche in Trentino molti studenti sono usciti dalle scuole subito dopo la scossa. La protezione civile ha verificato la stabilità di alcune scuole cittadine e a Rovereto. L'esito delle verifiche è stato però rassicurante e tutti gli studenti sono potuti rientrare in classe. Visita nei luoghi terremotati del presidente della Provincia Lorenzo Dellai, di ritorno da una riunione a Roma



TRENTO. La terra torna a tremare in Trentino. Due nuove forti scosse sono state avvertite in tutto il Trentino: la prima attorno alle nove di mattina, la seconda intorno alle 13.  Sono state subito numerosissime le telefonate giunte ai vigili del fuoco di Trento per chiedere informazioni relative al sisma. La prima scossa, quella più devastante, avvertita nel nord Italia ha avuto una magnitudo 5.8, come comunicato dall’Ingv alla Protezione Civile. L’epicentro è ancora in Emilia, in provincia di Modena, tra i Comuni di Medolla, Mirandola e Cavezzo. In Trentino, Veneto, Toscana ed Emilia molte scuole sono state evacuate per precauzioni nei minuti immediatamente successivi al sisma.

Nelle zone già colpite dal sisma, e in cui operano anche gli uomini della Protezione civile del Trentino, si segnalano dei nuovi crolli, come il duomo di Mirandola che era già stato lesionato nella precedente forte scossa.

Una seconda scossa di magnitudo 4 è arrivata pochi minuti dopo, alle 9.07, seguita da altre quattro scosse alle 9.11 (magnitudo 3,6), alle 9.13 (magnitudo 3,6), alle 9.30 (magnitudo 3,2) e alle 9.38 (magnitudo 3,1).

In Trentino. La scossa, di magnitudo 5.76, è stata avvertita in modo particolare ai piani alti degli edifici, così come quella delle 13. Prime verifiche in corso sulla presenza di eventuali danni ma fino a questo momento nessuna segnalazione sul territorio provinciale. Molte le chiamate al centralino della centrale 115 dei Vigili del fuoco da parte di cittadini allarmati. Molte scuole hanno fatto uscire in cortile gli studenti, ed usciti in strada sono stati anche molti cittadini e impiegati degli uffici. L'invito della Protezione civile alla popolazione, ai dirigenti scolastici ed a quanti hanno la responsabilità delle strutture ed edifici luogo di lavoro è di effettuare una prima ricognizione visiva per accertare la presenza di eventuali danni, fessurazioni o crepe, in particolare negli edifici più vecchi, segnalando tale circostanza alla centrale di emergenza 115, disponendo però il rientro negli edifici stessi qualora non via sia alcun danno. Si rinnova l'invito a non intasare il 115 di chiamate per avere soltanto informazioni.

Sedici le vittime accertate fino ad ora nel Modenese.

«Partecipiamo al dolore di chi anche oggi ha perso un proprio caro sotto le macerie, offrendo una mano amica e un cuore generoso. Per questo sono orgoglioso della prova che state dando». È quanto detto dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ai trentini al lavoro a San Felice sul Panaro, nel modenese, dopo il terremoto.

Il presidente ha parlato in un sopralluogo effettuato al ritorno da Roma, dove si è tenuta un’audizione sui temi della Protezione civile alla Commissione ambiente della Camera dei Deputati. «Sono ore febbrili, dettate dall’emergenza - ha aggiunto - alla quale daremo una risposta rafforzando la nostra presenza, attraverso un ulteriore impegno che stiamo pensando di programmare con i nostri tecnici e i nostri volontari, a cominciare dalla messa in sicurezza di edifici e strade». Dellai ha riferito di avere fatto il punto della situazione con il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, e il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli.

Già dopo la prima nuova scossa del mattino, a quanto viene spiegato, la Protezione civile trentina ha coordinato l’invio da parte delle regioni italiane delle colonne mobili con i soccorsi destinati ai centri dell’Emilia nuovamente colpiti. Complessivamente sono 10 i ’modulì aggiuntivi, alcuni inviati da associazioni di volontariato su richiesta della Protezione civile nazionale e altri inviati da sette regioni. In totale, a quanto viene riferito, garantiranno un posto in tenda, vitto, servizi e assistenza a 2.500 persone. La stessa Protezione civile trentina sta lavorando per ampliare il campo Trento a San Felice sul Panaro - dove sono ospitate attualmente 390 persone - per portarlo alla capienza di 500 persone e di 60 tende complessive.













Scuola & Ricerca

In primo piano