sanità

Not al Desert, cantieri solo nel 2020

Lo studio dei tecnici: calcolando i ritardi per i ricorsi, i tempi di attesa sarebbero saliti a 6 anni nel caso di Mattarello


di Chiara Bert


TRENTO. A prescindere dalla collocazione, per vedere le prime gru dei cantieri del nuovo ospedale dovremo aspettare il 2020: il tempo stimato dai tecnici per l’avvio dei lavori è di due anni e mezzo (29 mesi per l’esattezza), di cui 18 se ne andranno per ricorsi amministrativi. Andando poi a valutare poi nel dettaglio le due aree tra cui Provincia e Comune dovevano scegliere - quella originaria di via al Desert, alle Ghiaie, e quella in località San Vincenzo a Mattarello - si scopre che il ritardo che si accumulerà a causa delle prevedibili azioni giudiziarie, con ogni probabilità aumenterà e di molto. La stima: 51 mesi (più di quattro anni) nel caso di via al Desert, addirittura 70 mesi potenziali (quasi sei anni) nel caso di Mattarello.

E visto che l’obiettivo della Provincia - dopo la prima gara stoppata proprio a seguito dei ricorsi - è di avviare i lavori nel più breve tempo possibile, ecco spiegato perché, di fronte a queste previsioni, il governatore Ugo Rossi e l’assessore alla salute Luca Zeni sono tornati sui loro passi dopo aver spinto per mesi per la soluzione Mattarello, dove l’area destinata alle nuove caserme si era liberata a seguito del dietrofront del ministero. Ieri in conferenza stampa, seduti accanto al sindaco di Trento Alessandro Andreatta e al suo vice Paolo Biasioli, hanno ufficialmente annunciato che al termine dell’istruttoria tecnica la decisione è di realizzare il Not là dove era stato previsto tredici anni fa: in via al Desert.

La mannaia dei ricorsi. A far pendere l’asticella per l’area originaria è stata appunto la variabile tempo. In via al Desert sarà necessario acquisire aree del Comune oggi occupate dal campo da calcio e dal campo di softball, ma a San Vincenzo i tempi di esproprio di alcune aree (dovuto al cambio di opera, dalla cittadella militare all’ospedale) avrebbero richiesto altri 9 mesi. E quindi ai prevedibili ricorsi in fase di gara (a danno di via Al Desert, in quanto su quest’area è già stata effettuata la prima gara), a Mattarello si sarebbero aggiunti i ricorsi urbanistici e sugli espropri.

I costi. Nel documento di 226 pagine stilato dai tecnici (Raffaele De Col, Silvio Fedrigotti, Luciano Martorano per la Provincia, Giuseppe Scaglione dell’Università di Trento, Ennio Dandrea, Bruno Delaiti, Giuliano Stelzer per il Comune) un ampio capitolo è naturalmente dedicato ai costi.

Per le infrastrutture della mobilità è stato calcolato un costo di 41,2 milioni di euro per via al Desert, essere interrato un tratto di tangenziale di circa 400 metri in corrispondenza dell’attuale sovrappasso di Ravina. Spesa decisamente più bassa a Mattarello, dove la spesa per svincolo, rotatorie e barriere antirumore arriverebbe a 13,5 milioni e dove si risparmierebbero anche i 5 milioni necessari per la piastra di atterraggio degli elicotteri. Stimato in 212 milioni il costo del collegamento ferroviario (il prolungamento della Trento-Malé ribattezzato Nordus) fino a Mattarello, che scende a 147 milioni per la tratta ex Sit-Ghiaie.

Il bando. «Abbiamo confermato la scelta originaria - ha detto ieri il governatore Rossi - ma è una soluzione che aggiunge qualcosa, perché abbiamo deciso anche di utilizzare le aree a nord di via al Desert (quelle dei campi sportivi) per uno sviluppo ulteriore dell’ospedale e per strutture di appoggio (vedi articolo in basso). In cambio la Provincia renderà disponibili per il Comune le aree di Mattarello». Sciolto il nodo dell’area, ora la Provincia dovrà mettere a punto il nuovo bando: già deciso l’abbandono della finanza di progetto a favore del finanziamento diretto grazie ai nuovi vantaggiosi tassi Bei, entro febbraio Piazza Dante deciderà il tipo di bando, se un appalto integrato (gara unica) o due gare distinte (di progettazione e di costruzione).

Il Comune. Palazzo Thun incassa il sì all’opzione che ha sempre difeso: «L’ospedale non può che essere una funzione urbana - ha ricordato il sindaco Andreatta - ed è bene che l’area di via al Desert possa rispondere anche a funzioni collegate».

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