«Non faremo ribaltoni nei Comuni»

Zanon, l’uomo di Grisenti in Provincia: «Upt spaccata, ha perso peso politico. È ora di raccogliere i moderati»


di Chiara Bert


TRENTO. «L’obiettivo non è far saltare le giunte dei Comuni e delle Comunità di valle, ma dare peso politico ai moderati. Essere pronti con gruppi organizzati in vista delle provinciali». Gianfranco Zanon, commercialista, ex sindaco di Cunevo, subentrato in consiglio provinciale a Giovanni Battista Lenzi, è considerato uomo di Grisenti in piazza Dante. Solitamente silente, oggi non si tira indietro quando gli si chiede di spiegare il progetto politico che vede l’ex assessore di nuovo in campo dopo la sentenza della Cassazione.

Allora consigliere, in cosa consisterà il terremoto annunciato per il 26 febbraio?

Non ci saranno terremoti, anche se qualcosa cambierà. Ci sono tutte le condizioni per costruire un progetto politico che guarda al centro e aggreghi i moderati, non dimenticando né la sinistra né la destra moderata, il Patt e l’Udc.

Una volta costituiti nuovi gruppi, questo potrebbe preludere alla caduta di giunte di centrosinistra?

L’obiettivo non è mandare a casa le giunte dei Comuni e delle Comunità di valle, ma essere pronti con gruppi organizzati in vista delle provinciali di ottobre.

Ma resterete nel campo del centrosinistra?

In questo momento non c’è nessuna preclusione. Il progetto può essere diverso da quello che ha governato il Trentino negli ultimi 15 anni. In fondo anche Monti sta cercando di occupare degli spazi che restano liberi. Noi stiamo pensando al programma, poi vediamo chi ci starà.

Qual è la critica che fate a Dellai e al centrosinistra?

Negli ultimi anni si è perso il rapporto con i territori, la politica si è allontanata e non è riuscita a rispondere alla crisi in modo efficace pur mettendo tante risorse nel mondo delle imprese.

A proposito di Monti, lei voterà Scelta Civica?

Più che Scelta Civica voterò Dellai, che ha dimostrato grandi capacità politiche e amministrative e può portare un grosso contributo anche a Roma. Ormai abbiamo capito che è lì che si difende l’autonomia.

Cosa sarà dell’Upt senza Lorenzo Dellai?

Dellai ha una forte personalità e nel partito ha fatto il bello e il cattivo tempo, forse anche per una nostra debolezza. Anche in questo ultimo passaggio delle politiche le sue scelte sono state fatte in modo un po’ autoritario, con passaggi poco condivisi, non ultimo quello sulle candidature unitarie al Senato.

Lei voterà Panizza al Senato?

Sì, non condivido la scelta di allearsi con Pd e Patt, ma in questo caso voto per il candidato con cui c’è un rapporto anche di amicizia.

Uscirà dal partito?

Io rimango nell’Upt fino a fine legislatura, ma è chiaro che nel partito ci sono due linee, lo si era visto già un anno fa al congresso. In questo anno si è privilegiata una linea che gran parte degli iscritti non condivideva. Non dò per scontato che nel nuovo progetto ci sia l’Upt, se così non fosse io andrò per la mia strada.

Qual è la linea che non avete condiviso?

Per tenere in piedi la coalizione l’Upt è finita spesso fuori da scelte importanti, facendo l’ago della bilancia tra Pd e Patt. Avremmo dovuto fare la voce grossa.

Un leader condannato per truffa e con un processo in corso non rischia di essere debole?

La truffa è davvero poca cosa. Grisenti è riconosciuto dagli amministratori e dalla gente comune come un leader che può dare un contributo al Trentino.

Non crede che molti si aspettino che con Grisenti ritornino i vecchi tempi, delle opere e dei contributi facili?

No, sappiamo tutti che il bilancio non è più quello e che la Provincia non può essere più una musina. Serve un territorio che si rimetta in moto.

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