«No alla cattura», il web si mobilita per KJ2

Già 65 mila le firme raccolte su Change.org, la piattaforma on-line; 210 mila adesioni su Facebook



TRENTO. Boom di adesioni sul web per le iniziative di protesta promosse dall'Enpa per dire no al provvedimento di cattura e uccisione di KJ2, l’orsa principale indiziata dell’aggressione sopra Terlago.

In soli due giorni infatti la petizione promossa sulla piattaforma Change.org ha superato la soglia delle 65.000 firme. Lo stesso su Facebook, dove una campagna d’informazione via mail ha raccolto ben 210.000 adesioni. «Chiediamo alle istituzioni del Trentino un gesto di ragionevolezza - fa sapere l’Ente nazionale per la protezione dell’ambiente - un tavolo urgente con i massimi esperti internazionali della materia affinché si metta a punto un piano d'azione realmente efficace. Che possa cioè tutelare l'incolumità tanto degli animali quanto delle persone».

Questa tuttavia è solo una delle proposte avanzate dall'Enpa, che sottolinea infatti la necessità improrogabile di censire tutti gli esemplari che si trovano sul territorio trentino e di monitorarli tramite radiocollare, oltre al dovere di sorvegliare i percorsi boschivi dove la presenza dei plantigradi è più intensa, specie delle madri con i cuccioli al seguito, di vietare agli escursionisti percorsi al di fuori dei sentieri boschivi, prevedendo anche la creazione di zone rosse; di incrementare le iniziative tese a informare e sensibilizzare i cittadini.

«Chi oggi afferma di voler abbattere l'orso, come a suo tempo è stato per Daniza, sta facendo un'operazione capziosa, furbesca, un'operazione che non è in linea con il progetto stesso» afferma Roberto Marchesini, etologo, filosofo, scrittore, fondatore e direttore di Siua, Istituto di Formazione Zooantropologica, in un parere raccolto da Paolo Bernini, parlamentare del Movimento 5 Stelle.

«A questo punto, l'amministrazione dovrebbe avere il buon gusto di restituire i fondi europei considerato il fatto che il progetto è stato un fallimento» aggiunge Marchesini, prendendo esempio dal caso dell'orsa Daniza uccisa nel settembre del 2014. «Sia chiaro - conclude - che se si prendono dei fondi per attuare progetti come quello Life Ursus, ci sono anche responsabilità e doveri. Quello che sta succedendo in Trentino, purtroppo, ha tutte le sembianze di una logica furbesca, di rapina, d'improvvisazione da parte di chi ha intascato dei soldi ma non si è mai assunto le adeguate responsabilità».













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