'Ndrangheta fra le mele trentineLa Procura sentirà Saviano

Il procuratore della Repubblica di Trento Stefano Dragone intende avviare una verifica _ ed eventualmente sentire personalmente lo scrittore se necessario _  dopo le dichiarazioni fatte da Saviano al Festival dell'economia. Il rappresentante dei mediatori ortofrutticoli: "Saviano ci dica se tra di noi ci sono dei criminali, li espelleremo subito"



TRENTO. La mafia tra le mele trentine? La rivelazione choc di Roberto Saviano alla chiusura del Festival dell’economia ha lasciato il segno. La procura di Trento vuole sentirlo. E dagli ambienti che potenzialmente potrebbero essere la porta d’infiltrazione dei tentacoli mafiosi per controllare il mercato, si chiedono spiegazioni. Luigi Ortolina, rappresentante degli agenti ortofrutticoli, non nasconde stupore e preoccupazione, e chiede direttamente a Saviano di chiarirgli la situazione.
Quella di Ortolina è una sorta di lettera aperta indirizzata allo scrittore. «Innanzitutto mi presento: sono Luigi Ortolina rappresentante del Gruppo degli agenti ortofrutticoli della Provincia di Trento in seno all’Associazione mediatori e agenti di affari della Provincia di Trento aderente Fimaa, nonché all’Uct».
Ortolina sfoglia i quotidiani con le cronache dell’intervento di Saviano al Festival: «La “’ndrangheta voleva le mele trentine” e “con l’aiuto di mediatori del posto stava per controllare il mercato”; “i mafiosi sono pure qui, tra le mele del trentino” e “dalla Calabria tramite mediatori trentini le famiglie aspromontine hanno tentato di inserirsi nella gestione e la distribuzione delle mele trentine”. Normale che Ortolina, rappresentante dei mediatori, si senta preso in contropiede da questa rivelazione. «Se il senso del suo ragionamento era quello di rendere evidente che le mafie più di ogni altra cosa fanno affari e che cercano di farli nei luoghi più impensati con lo scopo, fra l’altro, di ripulire il danaro per immetterlo in circuiti insospettabili quanto puliti, nella stampa è rimasto impresso il possibile collegamento fra la mafia e l’economia trentina, così pure fra i miei colleghi associati è sorto il quesito: ma abbiamo capito bene? Voleva forse dire che tra noi (mediatori ortofrutticoli) si annidano (o potrebbero annidarsi) coloro che hanno “mediato” o “tentato di mediare” (per fortuna senza successo se non abbiamo compreso male) la calata della mafia calabrese in Trentino? Questo è il passaggio che più ha scosso il sottoscritto quanto i miei colleghi. Orbene. Se quanto ha detto corrisponde al vero, cosa che allo stato non posso avvallare e nemmeno confutare, sono con questa mia a domandarle: la prego, ci faccia sapere chi sono costoro, affinché anche noi possiamo fare la nostra parte espellendoli dalle organizzazioni di imprenditori a cui appartengono, se vi appartengono». Intanto anche il procuratore capo Stefano Dragone ha preso nota delle dichiarazioni di Saviano: «Mi riservo di verificare quanto è stato detto ed eventualmente potrei chiamare lo scrittore per un approfondimento».
La procura di Reggio Calabria intanto fa sapere che non c’è alcuna inchiesta o indagine in corso.

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