Giancarlo Orsingher 

«Minoranza spettatrice, la democrazia ci perde» 

L’intervista. Il candidato sconfitto a Telve Valsugana spiega come gli spazi per l’opposizione siano stati ridotti al minimo: «Noi abbiamo preso il 48% dei voti, ma non possiamo incidere» 



Trento. «Nei comuni sotto i 3 mila abitanti è una questione di democrazia ormai. Gli spazi della minoranza sono troppo compressi, non solo dalla legge elettorale ma anche dalle norme sugli enti locali che tolgono competenze al Consiglio comunale per darle alla giunta». Giancarlo Orsingher, funzionario provinciale e consigliere comunale a Telve Valsugana, era candidato sindaco con la lista SiAmo Telve ed è stato sconfitto per 39 voti da Matteo Degaudenz dell’Unione Civica Telve. Nonostante il risultato quasi al fotofinish, 625 a 596 voti, la minoranza non conta quasi nulla e ha avuto solo 5 consiglieri su un totale di 15, come previsto dalla legge elettorale. Ma non solo questo. Le norme in materia di enti locali hanno anche ridotto gli spazi di manovra per le opposizioni che, ad esempio, non hanno più nemmeno un posto in commissione edilizia, un ruolo che aveva una forte componente di controllo, specie nei piccoli comuni. Secondo Orsingher in questo modo si rischia di impoverire anche la vita amministrativa e sociale dei paesi, visto che chi non riconosce nella maggioranza che ha vinto le elezioni non avrà molti motivi per partecipare e dare il proprio contributo.

Orsingher, quali sono le conseguenze della legge elettorale nella vita dei piccoli paesi?

La legge prevede che, nei comuni sotto i 3 mila abitanti, la maggioranza abbia diritto ai due terzi dei seggi in consiglio comunale. Noi a Telve abbiamo un consiglio composto da 15 persone, quindi alla minoranza spettano solo 5 posti, a prescindere da quanti voti abbiano preso. Questo comporta che le minoranza abbiano una capacità di incidere molto limitata. Naturalmente è importante che ci sia una minoranza perché almeno c’è un controllo e uno stimolo in più, ma è anche vero che lo spazio è molto ristretto.

Voi quanti voti avete preso?

Noi abbiamo preso più del 48% dei voti. Il paese è spaccato quasi a metà, però la legge relega le minoranze in un angolino. Ma non è solo questo a diminuire il ruolo dell’opposizione. Le norme regionali prevedono anche poche competenze per il consiglio comunale. Tutte le competenze sono della giunta. Non è più come prima, quando il consiglio aveva ancora un certo ruolo. Ad esempio, la legge ha tolto alle minoranze anche quell’unico posto in commissione edilizia che avevano. Così non c’è possibilità di incidere in alcun modo e anche il controllo diventa difficoltoso. La commissione edilizia ha un ruolo molto importante anche nei comuni più piccoli e il fatto che non ci sia neanche un componente delle minoranze è molto grave.

Ma voi cosa potete fare?

Si possono fare delle interrogazioni. Possiamo avere un ruolo di stimolo che, comunque, è importante. Nella scorsa legislatura non c’era neanche l’opposizione a Telve. Si era presentata una sola lista, ora almeno c’è dibattito e controllo sugli atti amministrativi. Certo lo spazio è poco. L’anno scorso il consiglio comunale si è riunito appena 6 volte e il momento di confronto si è ridotto al minimo. Però, almeno si possono fare delle proposte con le interrogazioni. Con una sola lista c’è un appiattimento totale della vita amministrativa e anche sociale.

In che senso?

Beh, dal punto di vista amministrativo, la giunta va avanti per la sua strada e prende tutte le decisioni secondo la sua impostazione. Non c’è possibilità dio portare idee e proposte nuove. E questo accade anche per quanto riguarda la vita sociale. La partecipazione è molto inferiore. Non si possono proporre eventi perché manca lo spazio pubblico e il confronto. Anche gli stessi consiglieri comunali di maggioranza vengono poco coinvolti perché il consiglio si riunisce raramente e non c’è possibilità di discutere e confrontarsi sulle scelte di tutti i giorni della giunta. Io capisco che la legge sia stata fatta per assicurare la governabilità, ma così si rischia di appiattire la vita di un comune. Guardo al nostro paese che è diviso quasi a metà e una delle due parti ha poca voce in capitolo. Per fortuna che c’è l’opposizione questa volta. Se sono sempre gli stessi a governare, si portano avanti le stesse idee e le stesse proposte senza guardare in altre direzioni sia in ambito culturale che in ambito amministrativo.

E cosa si dovrebbe fare?

Nel nostro caso una legge elettorale proporzionale sarebbe stata molto più adatta. Capisco che si volesse assicurare la possibilità di governare, ma così hanno eliminato ilo confronto e la democrazia ne perde sicuramente un po’. U.C.













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