Migranti: il Trentino aspetta anche i tunisini

Qualche permesso in più, ma i numeri non dovrebbero cambiare


Robert Tosin


TRENTO. La questione dei profughi è ben lontana dall'essere definita, nonostante l'accordo del governo con la Tunisia per bloccare la massa umana che lascia il Nordafrica per approdare sulle coste italiane. Ieri Dellai era a Roma per l'ennesimo vertice con le Regioni, ma la situazione è ancora in stand by. C'è molta confusione, ma il Trentino è pronto.
Gli effetti dell'accordo con Tunisi non sono ancora ben chiari nemmeno all'Italia e comunque sarà necessario attendere per vederne gli effetti concreti. Per il momento l'unica novità che emerge da Roma è di natura più che altro giuridica. Il governo è intenzionato a rilasciare anche a qualche tunisino un permesso umanitario temporaneo che consenta loro di muoversi sul territorio nazionale. Questo più che altro per la dichiarata intenzione di espatriare verso altri stati europei, nello specifico Francia e Germania. Fino ad ieri, infatti, ai tunisini non era riconosciuto lo status giuridico di profugo. «Le cose per noi - spiega Lorenzo Dellai dalla capitale - sostanzialmente non cambiano, nel senso che comunque sia i numeri di assegnazione rimangono invariati. Per il momento ci è stato ulteriormente confermato che i profughi sono 2500, quindi un numero molto limitato se pensiamo all'ipotesi pessimistica dei 50 mila nel giro di poche settimane».
Quello che ci si attendeva, cioè l'assegnazione dei primi gruppetti di profughi non è avvenuta. E' chiaro che a livello nazionale non c'è ancora molta chiarezza e comunque bisogna prendere atto che la situazione è assolutamente complicata e l'Europa non dà una mano. Anzi, è probabile che la decisione di dare un lasciapassare ai tunisini diretti in Francia e Germania potrebbe provocare la reazione di questi paesi.
Il Trentino ha però giocato d'anticipo con il tavolo tecnico costituito l'altro ieri e immaginando lo scenario più negativo, cioè quello dell'arrivo di 450-500 profughi. A questo punto le decisioni romane, se si limitano a dettare i tempi d'arrivo, diventano assolutamente secondarie. La macchina provinciale è pronto ad accogliere i profughi al centro di protezione civile di Marco per poi smistarli negli alloggi o nelle strutture già individuate su tutto il territorio provinciale, a cominciare dai centri più popolosi. Sono già stati individuati 120 posti letto in strutture pubbliche, mentre il mondo del volontariato è pronto a fare la sua parte quando e se sarà necessario. La gestione dei profughi è compito che prima di tutto spetta alle istituzioni, anche per la delicatezza della situazione, ma le associazioni potranno fare la loro parte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano