«Michelin, tempi lunghi Non riapriremo la ferita»

Livio Cristofolini fa parte della commissione provinciale che ha l’ultima parola sui nomi: «Il Comune ha perso troppo tempo, ma non c’è stata solo demagogia»


di Luca Marognoli


TRENTO. Spetta alla commissione toponomastica provinciale l’ultima parola sull’intitolazione di vie e piazze. Il rischio che il lavoro di mediazione fatto dal consiglio comunale sull’area ex Michelin venga azzerato però non sussiste, prima di tutto perché l’esame riguarda la singola intitolazione e non il “blocco” dei nomi, ma anche perché la commissione cercherà di non causare nuovi ritardi e polemiche rimettendo tutto in discussione. E’ quanto prevede e auspica Livio Cristofolini, dirigente della Soprintendenza dei beni librari, archivistici e archeologici, che fa parte della commissione.

Cristofolini, la facoltà di accogliere o respingere le richieste di intitolazione spetta all’organismo di cui lei fa parte.

Sì, in base a una delibera di giunta, la 10517 del 30 luglio 1993, che detta i criteri da adottare per i centri storici e per le aree di nuova edificazione. Come sempre i criteri poi vanno applicati nel concreto. La commissione è composta da un docente universitario col ruolo di presidente, da due esperti in materie linguistiche e storiche, dal dirigente competente in toponomastica e da un funzionario.

Sulla Michelin si è scatenata una battaglia politica. C'è chi ha detto che sarebbe meglio affidare direttamente la competenza alla Provincia.

Già il Comune a suo tempo aveva una commissione fatta di esperti. Nelle ultime legislature si entra per rappresentanza politica ed è quindi più facile che prevalgano le logiche ideologiche, perché nessuno è neutrale. Ma questa è una scelta fatta dal Comune.

Capita che in seno alla commissione provinciale ci sia un dibattito improntato a motivazioni di carattere politico?

Noi guardiamo di applicare fedelmente i criteri. Che non sono matematica: c’è un margine di discrezione. Va ad esempio garantita la coerenza del reticolo, cioè che i nomi siano coerenti tra di loro. Ad esempio, suscitò scalpore la rosa dei venti a Spini. Si era cercato di salvare il salvabile: alcuni erano stati accettati perché legati ai venti che soffiano nella zona, altri erano troppo fantasiosi. Introdurli tutti sarebbe stato eccessivo. Ma è era stato apprezzato lo sforzo propositivo.

Per Melta erano state proposte anche le specie di fiori.

Quelle non arrivarono in commissione, si fermarono prima.

Quando analizzerete i nomi proposti per l'ex Michelin?

La prima riunione è il 5 novembre se presentano la delibera per tempo. Altrimenti si va al 10 dicembre.

Se un nome viene rifiutato come funziona la procedura?

Con determina del dirigente lo si respinge e la decisione torna al Comune. I nomi non sono mai respinti in blocco: si afferma che un’intitolazione va riformulata. Ci può essere un accoglimento totale, parziale o condizionato.

Potrebbe capitare quindi che la palla ritorni a Palazzo Thun?

Mi auguro di no, vedremo.

Che ne pensa di quanto è accaduto in commissione e nel consiglio di Palazzo Thun?

Non è bello perdere tanto tempo. E' stato eccessivo, ma i valori sottesi al dibattito non devono essere sottostimati.

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