Michelin, il quartiere è già realtà

Sarà una zona a traffico limitato: pass per residenti e commercianti


Chiara Bert


TRENTO. Alla Michelin i palazzi sono ormai a tutta altezza, svettano fino a 18 metri, ingabbiati nell'acciaio delle impalcature. Verso la ferrovia arriveranno gli uffici, davanti, affacciati sul parco, residenze e negozi a piano terra. Tra gli edifici si snodano già le strade, c'è il Muse che prende forma. Serve ancora immaginazione per fotografare quello che sarà, ma il quartiere di Renzo Piano è già una realtà. Diventerà un quartiere a traffico limitato, come il centro storico: una guardiola controllerà chi entra in auto; residenti, negozianti e dipendenti degli uffici avranno un pass di accesso. I parcheggi saranno assicurati dai 2 mila posti sotto terra, tutti gli altri dovranno lasciare la macchina nel nuovo parcheggio di attestamento al di là dell'Adige, e arriveranno alla Michelin attraverso la nuova passerella ciclopedonale che sbucherà al centro del parco. Un'unica strada carrabile, a doppio senso lungo la ferrovia, che si collegherà a via Monte Baldo. Questo quel che sarà. Per ora il quartiere è un work in progress che già inizia a delinearsi. Era stato l'architetto Piano il primo a dirlo, visitando il cantiere a inizio marzo: «Per la prima volta ho visto il progetto a dimensione reale». Anni di simulazioni e di modelli non consentono di cogliere fino in fondo quello che nascerà. È stando in mezzo agli edifici, camminando lungo le strade ancora sterrate, che finalmente si riescono a percepire le proporzioni, la profondità degli spazi, la dimensione della piazza e il rapporto tra altezza degli edifici e larghezza delle strade. Ieri, per la prima volta da quando il cantiere Michelin è partito, un'ottantina di architetti di Trento e Bolzano ha fatto questa esperienza. Occasione della visita è stata la presentazione dell'ultimo numero della rivista «Turrisbabel», il trimestrale della Fondazione dell'Ordine degli architetti dell'Alto Adige. Guidati dai responsabili della Iure, la società che si occupa della vendita di appartamenti e spazi commerciali, professionisti e studenti hanno varcato i cancelli di via Sanseverino, dove ieri i lavori erano fermi. Ci si muove tra impalcature, tubi, gru e ponteggi. Bisogna immaginarla la distesa d'erba che diventerà uno dei parchi più grandi di tutta la città. Si intuisce invece già la piazza, su cui si affaccerà la nuova sede dell'Itas, con terrazza all'ultimo piano. Gli edifici vicino al parco saranno tutti residenziali, anche a piano terra. Nei palazzi più arretrati, lato ferrovia, solo uffici e negozi, ma qualche architetto si mostra perplesso per la vicinanza ai binari. A pochi metri il cantiere del Museo della scienza guarda il palazzo delle Albere, in quello che si preannuncia come un affascinante connubio di antico e moderno. Il Muse sarà contornato da una vasca d'acqua e accanto avrà un laghetto. I canali - segno distintivo del quartiere - saranno alimentati con acqua movimentata da una stazione di pompaggio sotterranea. Il «viaggio» nel cantiere si conclude con la visita al modello di appartamento allestito a grandezza naturale. All'esterno pavimento in pietra rossa di Trento, facciata e portici rivestiti in pannelli di legno, ante scorrevoli verdi per ombreggiare, porte finestre alte 2 metri e 60 per garantire massima luce. Dentro la casa è già arredata, un bilocale con cucina, soggiorno e camera da letto che si aprono sulla veranda. Sulle mensole pesche sciroppate, marmellata inglese e acqua Perrier. Tra meno di due anni gli appartamenti saranno pronti e il quartiere di Renzo Piano vivrà davvero.

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