Trento

Meningite, è corsa alle vaccinazioni: impennata di richieste

L’azienda sanitaria detta le priorità: «Non c’è nessuna epidemia, prima il normale calendario»


di Andrea Selva


TRENTO. Una vera e propria impennata di richieste di vaccinazione contro la meningite (per lo più ingiustificate e improprie) che rischia di rallentare la normale attività dei servizi dell’azienda sanitaria. Questo è quello che si sta verificando in questi giorni in Trentino, sull’onda delle paure suscitate dai casi registrati in Toscana e - in tempi più recenti - dal caso del bambino di Bolzano, con l’unica consolazione che almeno non si sono verificate le code di cittadini in ansia che ci sono viste in altre zone d’Italia. Capita così che un cittadino che si rivolge al servizio vaccinazioni chiedendo il richiamo decennale di un’antitetanica si veda rinviare l’appuntamento di qualche mese. Questo almeno è quello che è accaduto a un uomo trentino che ha raccontato il suo caso al nostro giornale.

Dall’azienda sanitaria fanno sapere che il richiamo dell’antitetanica non è considerato un’urgenza, ma comunque per evitare situazioni del genere è stato predisposto un elenco di priorità, con l’obiettivo di fare chiarezza sulle vaccinazioni che devono avere la precedenza sulle altre, ma anche con l’obiettivo di aiutare gli operatori a informare i cittadini che si rivolgono ai servizi sanitari.

«Abbiamo individuato tre gradi di priorità - alta, media e bassa - per riuscire a gestire le richieste dei cittadini» spiega Marino Migazzi, dirigente del servizio prevenzione dell’azienda sanitaria. «Ma bisogna dire con chiarezza che l’unica epidemia in corso è quella “mediatica” che sta creando un certo impegno ai nostri servizi. Così siamo intervenuti per garantire, prima di tutto, le vaccinazioni previste dal calendario vaccinale, cioè quelle che l’autorità sanitaria considera le più importanti per la salute pubblica».

Priorità “alta” quindi alle vaccinazioni di bambini, adolescenti e anche per l’anti-pneumococco delle persone con più di 65 anni. Priorità “media” per chi non ha rispettato il calendario vaccinale ma è ancora nelle fasce di età previste per le vaccinazioni e anche per chi ha fattori di rischio. Priorità “bassa” infine per le persone che non hanno fattori di rischio aggiuntivo e non rientrano nelle fasce di età previste dal calendario vaccinale.

Chi si vedrà quindi rinviare (non rifiutare) la vaccinazione anti meningococco sappia che l’azienda sanitaria considera l’impennata di richieste come frutto di un “falso allarme”, insomma di una percezione distorta della realtà. L’azienda sanitaria di Trento considera invece a “priorità media” i pazienti che hanno in programma un soggiorno medio-lungo in Toscana (zona che presenta un rischio maggiore). Parliamo di persone che stanno per partire - ad esempio - per una trasferta per studio o lavoro, ma non una breve vacanza.

L’allarme dei cittadini è anche alimentato dal fatto che proprio questo periodo dell’anno è quello in c’è il maggior rischio per la meningite e statisticamente qualche caso si verifica anche in Provincia di Trento.

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