Mele e pesticidi, bufera a “Porta a Porta”

L’accusa: in val di Non sono aumentate le leucemie infantili. E Vespa chiama Dellai, che smentisce: «Totalmente falso»


di Paolo Morando


TRENTO. La polemica esplode a mezzanotte inoltrata, sugli schermi di Rai Uno. Martedì sera, “Porta a Porta”: dove l’argomento è “La guerra delle diete: vegetariani contro carnivori”, puntata registrata già qualche settimana fa. A sostenere le ragioni di vegetariani, vegani e quant’altro, seduto a fianco di Carmen Russo, c’è tra gli altri il pediatra Leonardo Pinelli, vicepresidente della Società scientifica nutrizione vegetariana. Che a un certo punto butta lì la bomba: c’è una zona, in Italia, in cui si producono mele utilizzano fino a 36 diversi trattamenti a base di pesticidi, peraltro in piena regola considerati uno per uno. Ma in quella stessa zona si registrerebbero aumenti delle leucemie infantili. La discussione si anima, lo stesso Bruno Vespa s’indigna e chiede a Pinelli di assumersi la responsabilità delle sue affermazioni, dicendo apertamente di quale zona si tratti. È un segreto di Pulcinella, ma Pinelli si tira indietro («non posso dirlo, neppure sotto tortura»), benché incalzato dal presidente nazionale di Coldiretti Sergio Morini. E alla fine è proprio quest’ultimo, ma per smentire il pediatra, a pronunciare la parola tabù: “Trentino”. Vespa strabuzza gli occhi e si dice incredulo («e che è, la mela di Biancaneve?»), sottolineando come il Trentino sia tra le aree amministrate in Italia. «Non è pensabile che la Provincia non faccia nulla e che i carabinieri stiano lì a girarsi i pollici», sbotta. E Pinelli, in tutta risposta: «E allora perché la gente si ammala?». E ancora: «È come l’Ilva». Accusa troppo grossa per restare senza replica: nonostante l’ora tarda, l’hanno infatti sentita in centinaia di migliaia di persone. Ieri, per dire, i dati dell’audience del martedì sera indicavano in 1 milione e 425 mila gli spettatori di “Porta a porta”, che con uno share del 15,12% è stato il programma più visto di quella fascia oraria. E così, pur passando rapidamente ad altro (obesità, hamburger e patatine), Vespa promette al pubblico di ritornare sulla questione nel corso della puntata.

La replica arriva un quarto d’ora dopo: il tempo di contattare il presidente della Provincia Lorenzo Dellai e spiegargli la situazione. Ed ecco le parole del governatore andate in onda a “Porta a porta”: «Non so quali siano gli obiettivi di chi dice questo e perché lo faccia. Siamo molto orgogliosi delle nostre mele e del nostro ambiente: questa è una denuncia totalmente falsa. Siccome però non è la prima volta che la sentiamo, proprio negli ultimi anni abbiamo intensificato gli strumenti di monitoraggio e controllo dei prodotti e le nostre mele risultano avere indicatori che sono infinitamente sotto ogni ragionevole limite. E non mi riferisco al limiti di legge». Ancora, e soprattutto: «Abbiamo svolto controlli sul nostro ambiente, sia rurale sia abitato, due ricerche negli ultimi tre anni, e non è risultato assolutamente nulla, anche incrociando tutti i dati storici con i fenomeni legati alle malattie delle persone che vivono e abitano nel nostro territorio. Tutto questo è totalmente falso. Tuttavia non ci accontentiamo: siamo un po’ asburgici, quindi non solo rispettiamo le regole, ma vogliamo migliorarle. E quindi devo dire che sta crescendo in Trentino l’area dei produttori che usano metodi biologici. Non solo: con il nostro Istituto agrario di ricerca siamo stati i primi nel mondo a realizzare la mappatura genetica del melo e stiamo usando queste nuove conoscenze per puntare a obiettivi ancora più ambiziosi. So che quando si parla di salute delle persone bisogna essere molto rigorosi, dunque non mi limito a dire che non è vero, ma smentisco categoricamente queste affermazioni, fino a prova del contrario. E vorrei che tutti quanti, soprattutto chi svolge professioni giustamente ritenute importanti dalla comunità, usassimo un po’ più di cautela ed equilibrio quando parliamo di un territorio come il nostro, che da sempre si impegna sul tema della salute e della qualità».

In studio Vespa torna a sorridere compiaciuto. E per Pinelli la situazione si fa imbarazzante: si limiterà così a dire che sì, quei 36 pesticidi sono tutti a norma, ma che ad essere dannoso potrebbe essere il loro «apporto multiplo». E inviterà Coldiretti a stimolare l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ad approfondire il problema. Quasi una mezza marcia indietro.

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