Manca il gas, chiudono le fabbriche

Stop della produzione alle cartiere di Riva del Garda e Villa Lagarina



TRENTO. Il freddo polare fa chiudere le fabbriche. Le aziende più energivore, infatti, chiuderanno i battenti, anche in Trentino e i dipendenti saranno messi in ferie. La Cartiera di Riva del Garda si è fermata già ieri. La chiusura è dovuta al fatto che i contratti di fornitura di queste aziende prevedono la possibilità di interruzione del servizio in caso di picchi di consumo. Il servizio alle famiglie, in ogni caso, non corre nessun pericolo, visto che ci sono riserve di gas sufficienti. Domenica scorsa, in Trentino, sono stati consumati quasi due milioni di metri cubi di metano.

Per dare un'idea, in tutto questo periodo di freddo gelido Italia si consumano 440 milioni di metri cubi al giorno. Un picco che costringerà molti stabilimenti allo stop. Tra questi, la Cartiera di Villa Lagarina. Da ieri mattina lo stabilimento ha cessato la produzione per la chiusura dei rubinetti voluta dal Governo. Senza combustibile per i macchinari, i dirigenti non hanno potuto far altro che chiudere i battenti. Il blocco del gas terminerà sabato mattina alle 6. «Tutte le cartiere del Trentino - spiega il dirigente Francesco Zago - così come tutte quelle del Paese, da ieri hanno fermato la loro produzione. Nella nostra situazione ci sono anche le cartiere di Riva del Garda, Condino, Varone.

La decisione del Governo è comprensibile, in questi momenti si interrompe la fornitura alle aziende piuttosto che mettere in crisi le famiglie. In ogni caso, qualora decidessimo di non aderire al blocco deciso da Roma, la multa sarebbe talmente alta che risulterebbe impossibile da pagare. L'unica alternativa proposta era continuare l'attività con un quantitativo minimo di gas, ma non sarebbe stato sufficiente per mantenere in funzione lo stabilimento. Una brutta situazione per le aziende italiane, perché nel resto dell'Europa le cartiere al momento rimangono aperte». I dipendenti sono stati messi in ferie.

Ieri alle 21, alla fine del secondo turno di lavoro, per l'emergenza gas, s'è fermata anche Cartiere del Garda, la più grande industria rivana e del Basso Sarca. Dopo una serie di frenetici contatti con i fornitori - che hanno chiaramente lasciato intendere di non poter garantire approvvigionamenti di combustibile nei prossimi giorni: bisogna dare la precedenza ai servizi essenziali! - la direzione dell'azienda rivana ha deciso di fermare gli impianti di produzione e mettere in libertà quasi tutti i 480 dipendenti addetti alla produzione.

Formalmente gli operai resteranno «in ferie» fino a sabato mattina.E' la prima volta nella sua storia di oltre mezzo secolo che il «ciclo continuo» di Cartiere del Garda si ferma per mancanza di gas metano.Nessun problema di fermata, invece, per le due cartiere Fedrigoni della zona: quella di Varone e di Arco. Le due aziende infatti possono vantare (naturalmente pagando un sovrapprezzo alle compagnie) contratti di fornitura, che garantiscono il servizio.













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