Malato, ma faceva le gare di mtb

L’uomo aveva mandato un certificato di oltre due mesi: le indagini in internet lo «incastrano»



TRENTO. Erano accusati di lesioni colpose. Ossia di non aver osservato quelle norme antinfortunistiche necessarie per evitare l’incidente ad un collega. Che per la contusione al piede aveva mandato un certificato medico di 75 giorni. Ma alla fine i due imputati sono stati assolti perché se le lesioni c’erano, certamente non erano superiori ai 40 giorni (soglia oltre la quale la denuncia scatta d’ufficio). E come hanno fatto a stabilirlo? Con in giro fra vari siti internet che ha permesso di appurare che il malato, tre giorni dopo l’infortunio, era in sella alla sua mountain bike e si cimentava in una competizione di gran fondo arrivando al 397esimo posto su poco più di 500 partecipanti. Insomma la tecnologia, la rete e la passione per la due ruote ha incastrato l’uomo che, in aula, messo alle strette dall’avvocato dei due imputati (Giovanni Rambaldi) non ha potuto negare la sua partecipazione alle gare.

La vicenda inizia nell’aprile del 2011 quando l’uomo era al lavoro lungo la tratta ferroviaria di Trento. Il lavoro da fare riguardava la sostituzioni di alcuni binari e si stava lavorando con una macchina incavigliatrice quando il braccio della stessa si era staccata finendo sul piede dell’infortunato. Immediatamente era stato chiesto l’aiuto dell’ambulanza e l’uomo era stato portato al pronto soccorso del Santa Chiara dove era stato dimesso con una prognosi di 3 giorni. Poco dopo però lo stesso aveva mandato un certificato medico dove la prognosi era salita a 75 giorni per una contusione al piede. E quindi era partita d’ufficio la denuncia visto che le lesioni superavano i 40 giorni. Imputati due dipendenti della Rete ferroviaria italiani che dovevano sovrintendente ai lavori. E quindi anche alla sicurezza di chi lavorava.

I due si sono affidato all’avvocato Rambaldi e sono iniziate le cosiddette indagini difensive che sono andate sia nel senso della ricostruzione dell’incidente ma anche sulla valutazione di quella prognosi che appariva assai lunga. E così si è andati a spulciare anche quella grandissima rete che permette di avere a portata di mouse le informazione più diverse che è internet. E il nome dell’infortunato è uscito nella classifica di una gara di gran fondo disputata nel vicentino solo tre giorni dopo la data dell’infortunio. E quindi di un’altra competizione - sempre sulla due ruote - alla quale l’uomo avrebbe partecipato nemmeno un mese dopo l’incidente.

Per il giudice questo ha significato che le lesioni non era oltre i 40 giorni e quindi accogliendo anche la richiesta dell’accusa, ha dichiarato il non luogo a procedere contro i due imputati visto che «l’azione penale non può essere proseguita per mancanza di querela».

La sentenza forse avrà delle ripercussione anche per il lavoratore, delle conseguenze di tipo disciplinare che però dovranno essere valutate esclusivamente dal suo datore di lavoro.

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