Malati cronici, ricette in farmacia

Rivoluzione in arrivo: basta code all'ambulatorio del medico di base


Luca Marognoli


TRENTO. I più fortunati se la cavano con una pillola al mattino, a pranzo e sera. Ma c'è chi è costretto ad assumere farmaci anche una dozzina di volte al giorno. E' una vita da schiavo della chimica quella di molti malati cronici, siano essi cardiologici, diabetici o nefropatici. Schiavi anche delle ricette e "clienti" forzati dei medici di famiglia. Presto però la catena della burocrazia verrà allentata.

A restituire un po' di libertà a queste persone, che solo in Trentino sono migliaia, sarà un'innovazione che l'assessorato alla salute e l'Azienda sanitaria introdurranno a breve. Grazie ad un sistema informatico che metterà in rete i fabbisogni farmacologici di ciascun paziente, quest'ultimo potrà andare in farmacia e ricevere direttamente i prodotti di cui ha bisogno. Il tutto risparmiandosi la scomoda "tappa" dal medico di base, e magari l'attesa del proprio turno solo per avere una prescrizione. Un vantaggio non da poco per i malati, in particolare per gli anziani costretti spesso ad essere accompagnati o a prendere l'autobus per raggiungere lo studio medico, ma anche un alleggerimento del carico di lavoro dei professionisti, che devono far fronte anche alle esigenze degli altri mutuati.

«Si tratta di un progetto molto sentito dai pazienti - spiega il primario di cardiologia Roberto Bonmassari - che è stato fortemente caldeggiato dall'Almac, l'associazione dei cardiopatici benemerita anche per la sua attività di volontariato condotta da numerosi soci». Il progetto è ancora sulla carta ma la direzione è intrapresa. «Io mi sono fatto promotore perché la cosa possa avanzare. Richiede un intervento significativo dal punto di vista informatico e ora attendiamo una formalizzazione da parte dell'assessorato o dell'Azienda».

Per il primario l'operazione è interessante anche perché «vedrebbe uniti la medicina del territorio e quella ospedaliera. Diventerebbe più stretto il rapporto tra questi due mondi, che hanno entrambi al centro il paziente. Stiamo lavorando moltissimo per creare momenti di incontro». Le patologie cardiologiche sono in continua espansione. «I portatori di pace-maker crescono in maniera esponenziale», dice Bonmassari. Ogni anno il Santa Chiara registra più di 2 mila ricoveri in cardiologia e 250 nella riabilitazione. «Il numero di malati cronici è assai elevato. Parliamo di persone che possono convivere molto bene con la loro malattia, ma che necessitano di controlli periodici, di un trattamento farmacologico e attenzioni costanti. Non è come la polmonite, che viene guarita con una restitutio ad integrum, l'infarto miocardico è una malattia che rimane tale».

All'emodinamica interventistica di Trento, operativa 24 ore su 24, convergono da tutto il Trentino circa 250 infarti del miocardio (i casi più gravi, dove ci aspetta che un vaso sia chiuso) che vengono sottoposti subito ad angioplastica. Nel reparto i medici in servizio sono 20, 5 dei quali abilitati alla reperibilità per questo tipo di urgenze. L'incidenza della cardiopatia ischemica acuta è molto elevata nei paesi del Nord Europa, dove si registrano 500 casi su 1 milione di persone. Si sale a 1.500 - 2000 se si considerano tutte le tipologie di infarti. Molto dipende dall'alimentazione, che vede una riduzione della casistica mano a mano che si scende verso sud.













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