Madonna Bianca, cresce la voglia di libri e socialità 

Corsi di disegno, ballo, cucito: la gestione dei volontari “Noi quartieri Trento sud” ha portato a un aumento degli utenti e favorito la creazione del Giocastudiamo


di Sandra Mattei


TRENTO. Succede che nel punto prestiti di Madonna Bianca, gestito dai volontari dell’associazione “Noi quartieri Trento Sud” dall’ottobre del 2016, una sera ci si trovi per il corso di ballo, un’altra per quello di cucito, un’altra ancora per imparare l’arte del riciclo.

Il corso “storico” è quello di italiano alle donne straniere, che c’è da dieci anni ed è diventato un punto di riferimento per tutte quelle immigrate, arrivate al seguito dei loro mariti, che stando per la maggior parte del tempo in casa, hanno più difficoltà ad imparare la lingua italiana. Le donne si trovano il martedì ed il mercoledì mattina, mentre nei pomeriggi la biblioteca diventa spazio aperto per il doposcuola degli alunni delle elementari e delle medie.

La gestione della biblioteca di Madonna Bianca è stato un percorso partito da lontano, che ha portato cittadini che già collaboravano al Tavolo Torri a prendersi in carico la struttura che rischiava di essere ridimensionata per la contrazione delle risorse del Servizio comunale.

Si è formata così l’associazione “Noi quartieri Trento Sud” che ha stipulato un patto con il Comune nell’ambito dei Beni Comuni per offrire non solo un punto prestito di libri, ma uno spazio di aggregazione, per favorire in particolare l’integrazione degli abitanti di un quartiere a forte presenza di stranieri.

Mancava a questa esperienza, un momento codificato per il doposcuola degli alunni di elementari e medie, organizzato sempre a livello volontario, il venerdì, grazie all’apporto di due ragazze del servizio civile. Ora, anche Madonna Bianca dispone del servizio Giocastudiamo, che è sovvenzionato dalle politiche giovanili del Comune e coordinato dal polo sociale Oltrefersina e Mattarello, tenuto da due dipendenti della cooperativa La Bussola. Valentina Ziccardi ed Erica Osler, le giovani alle prese con il servizio civile, hanno dato continuità al doposcuola, iniziato lo scorso anno scolastico ed ora organizzato in tre pomeriggi la settimana, al posto del venerdì del passato. «Fino alla fine dell’anno scorso - raccontano Valentina e Erica - facevamo fare i compiti ai ragazzi, con un grande riscontro, perché con il passaparola venivano non solo gli scolari, ma anche le mamme, portandosi magari i bambini più piccoli. In estate ci siamo appoggiate all’oratorio, perché in biblioteca ci sono stati lavori. Ora che il servizio è organizzato con la cooperativa La Bussola, noi continuiamo a dare una mano e abbiamo potuto così passare a tre giorni la settimana. Il martedì e venerdì per i più piccoli, il mercoledì per quelli delle medie. Siamo arrivate fino a 40 bambini, tutti stranieri. Un successo, perché si fanno i compiti, ma poi passiamo ad attività come il disegno, i giochi, la lettura. Altri volontari sono sempre ben accetti». Erica finirà il servizio a fine mese, Valentina a maggio. Per tutte e due è stata un’esperienza molto positiva, che servirà a trovare la loro strada nel mondo del lavoro.

In un tavolo, il mercoledì, si trovano le cinque donne del corso di italiano “Soffio di parole”: ieri c’erano Rebeh e Monia, tunisina e Fudouma, somala. Il corso è tenuto da Daniela Carloni, sempre a livello volontario. «Per loro - afferma l’insegnante - venire in biblioteca è un momento di impegno notevole, ma anche di relax, fuori dalle mura di casa. Lavoriamo sodo, ma c’è anche lo spazio per due chiacchiere ed una tazza di te». Annamaria Covi, che fa parte dei volontari afferma che il bilancio della gestione è senz’altro positivo: «Abbiamo allargato le proposte per gli utenti, facendo anche incontri, come per la giornata delle donna. E succede così che qualcuno entri e dica “Abito qui da 40 anni e non ero mai entrata”».













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