«Macché centrismo È solo una riedizione della Margherita»

Rodolfo Borga boccia seccamente la proposta dellaiana «Un soggetto che si allea col Pd sa tanto di cosa vecchia»


di Robert Tosin


TRENTO. Per Rodolfo Borga non è altro che una Margherita rimpastata. Il consigliere provinciale del Pdl in rotta di collisione con il suo partito liquida in un attimo la proposta politica di Dellai, “venduta” sul mercato nazionale come un’edizione genuina di centro degasperiano. L’obiezione più palese avanzata da Borga in verità è già stata da molti messa in luce: ma che c’entra la sinistra con il centro degasperiano? E’ noto a tutti che lo statista valsuganotto vedeva la sinistra come fumo negli occhi, quindi oggi sentirsi accostare agli eredi dei comunisti - per moderati e annacquati che siano -non dovrebbe certo fargli piacere.

«Non vedo alcuna novità - dice Borga - nella nuova proposta dellaiana, almeno stando alle sue dichiarazioni. Parla di un’aggregazione di “cose bianche” che si dovrà alleare con il Pd. E’ la stessa cosa che aveva fatto con la Margherita, quindi non capisco dove stia il progetto inedito e nuovo. Certo, devo riconoscere al presidente che è molto bravo nel suscitare emozioni, rievocando oltretutto il nome di Degasperi di fronte al quale tutti si levano il cappello. Ma lo statista aveva un altro concetto di governo, non quello di Dellai. Diciamo che è un’operazione un po’ furbetta che forse gli serve per andare a Roma senza però essere troppo succube del Pd».

Borga butta lì anche due contraddizioni e sull’uso opportunistico del degasperismo. «Non va dimenticato - dice - che Dellai proviene dall’area della sinistra democristiana, la stessa che aveva messo all’angolo Degasperi il quale aveva invece fatto di tutto per tenere lontana la sinistra dal governo. Quindi è ovvio che la sua “Cosa” andrà ad allearsi con la sinistra. Ma soprattutto ricordiamoci che uno dei capisaldi di Degasperi era l’idea dello “Stato limitato”. Beh, Dellai ha gestito la Provincia in modo diametralmente opposto con un potere centralista illimitato e invasivo in ogni campo. Ci sono dunque delle evidenti contraddizioni tra le intenzioni e il modo di agire, tra la proposta politica e la sua concreta attività di governo».

Borga non si è fatto dunque travolgere dall’entusiasmo centrista, anche se lui stesso sta aspettando qualcosa di nuovo dopo aver preso le distanze dal Pdl, soprattutto nel momento in cui la dirigenza del partito è passata nelle mani del senatore Cristano de Eccher e del coordinatore Giorgio Leonardi. Ma anche il partito a livello nazionale non lo ha soddisfatto nella gestione della crisi e nell’appoggio al governo tecnico. «Che serva qualcosa di nuovo è evidente, ma questo qualcosa di nuovo non mi pare certo Dellai né il suo centrismo che guarda a sinistra. Sto seguendo l’evoluzione della politica, ma non ho certo ansia e necessità di accasarmi da una parte o dall’altra. Credo che sia comunque ancora troppo presto perché si possa delineare un panorama comprensibile dell’evoluzione politica in Italia. Forse a fine anno il quadro potrebbe essere più chiaro e solo in quel momento si potranno valutare idee e proposte sul tappeto».

Che l’operazione non fosse semplice, l’aveva detto subito Dellai - anche per mettere le mani avanti - ma a questo punto appare ancora più ardua del previsto. Il Pd ha voluto subito far sapere che il centrismo degasperiano sta benissimo nel centrosinistra con il Pd a fare da motore (cosa che non entusiasma certo Dellai), dall’altra il Pdl si arroga il diritto di essere l’unico legittimo erede della Dc e dei cattolici in politica. L’avventura dellaiana rischia di essere stritolata ancora prima di nascere.

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