«Luca, fino alla fine in cordata sul Sella»

TRENTO. A chi gli è stato accanto negli ultimi giorni è rimasta impressa una cosa in particolare: una positività mai incrinata e quel suo pensare rivolto sempre prima agli altri, anche nell'avanzare...



TRENTO. A chi gli è stato accanto negli ultimi giorni è rimasta impressa una cosa in particolare: una positività mai incrinata e quel suo pensare rivolto sempre prima agli altri, anche nell'avanzare di una malattia che si prendeva la sua giovane vita, e come a volersi scusare con le persone a lui più vicine, per essere motivo di preoccupazione e sofferenza per loro. Questa è l'eredità che Luca Franceschini ha lasciato a tutti quelli che, nel Duomo di Trento, l'hanno accompagnato qualche giorno fa nell'ultimo viaggio, a soli 30 anni, dopo aver combattuto contro una malattia che fino all'ultimo ha esorcizzato con la sua positività e con il suo sorriso.

Luca era conosciuto ed apprezzato nel suo lavoro ma anche perché era un grande sportivo. Praticava tante discipline, ma due mondi in particolare lo avevano conquistato. Uno era la pallavolo, una passione scoperta grazie al fratello Mattia e coltivata fino a conseguire la qualifica di allenatore. L'altro, in tempi più recenti, era la montagna. Luca l'aveva scoperta quattro anni fa quando si era iscritto al Corso di roccia della Scuola "Giorgio Graffer". Si era anche iscritto alla Sosat, cosa di cui andava molto orgoglioso. E da subito ne ha abbracciato tutte le discipline, con una passione via via crescente: dopo la roccia, l'arrampicata, il ghiaccio verticale, lo scialpinismo e sempre tanta voglia di imparare e di fare nuove esperienze. E proprio con alcuni degli istruttori della Scuola Luca ha presto l'opportunità di vivere l'emozione di partecipare all'apertura di alcune nuove vie di roccia, in Valle del Sarca e anche in Dolomiti. E sempre quella sensibilità nell'avere un pensiero sempre prima rivolto agli altri fa maturare in lui anche l'idea di entrare nel Soccorso Alpino, un proposito messo da parte quando la malattia fa il suo inaspettato e crudele esordio. Ma è in quel momento che la montagna, per Luca diventa uno spazio ancora più prezioso nel quale ricercare esperienze forti e autentiche che cementano amicizie e per le quali vale la pena di lottare. Così, dopo esserne stato allievo, un anno fa viene presentato alla Direzione della Scuola Graffer per iniziare il percorso formativo come Aspirante Istruttore. E tre mesi fa, prima che la malattia approdasse ad una fase purtroppo irreversibile, i compagni di cordata lo ricordano intento a salire le pareti del Sella, determinato, positivo e coinvolgente. E così è rimasto fino all'ultimo. (ma.be.).















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