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Legge antiomofobia: lavori protetti per i transessuali

I dettagli dell’accordo tra i capigruppo di maggioranza Da Borga e le opposizioni centinaia di emendamenti



TRENTO. Il compromesso che ha riportato la compattezza nella maggioranza sul disegno di legge contro l’omofobia non ne stravolge il testo originario. Nulla di quanto è ritenuto essenziale dal Comitato promotore è stato rimesso in discussione, mentre sono stati definiti meglio tre argomenti sui quali si è scatenata la bagarre: la scuola, il lavoro e i rapporti tra Provincia e associazioni. Temi sui quali Rodolfo Borga e altri consiglieri di minoranza, molto critici sul ddl, hanno già depositato centinaia di emendamenti (c’è chi dice siano almeno 1.400).

Da parte delle associazioni omosessuali c’è la volontà di neutralizzare le accuse più o meno velate di “indottrinamento gay”, e la precisazione di alcuni aspetti inerenti la scuola ha convinto anche le frange più scettiche della maggioranza, Patt in testa. Nel merito, gli emendamenti (in tutto una mezza dozzina) vanno innanzi tutto a riconoscere l’autonomia scolastica, lasciando cioè ogni singolo istituto libero di stabilire il proprio percorso educativo contro l’omofobia. Sul tema della discriminazione sessuale sul lavoro, vengono invece specificate le categorie che possono beneficiare di un percorso lavorativo protetto. In dettaglio, i transessuali in fase di transizione da un sesso all’altro, soggetti deboli in un contesto lavorativo per i quali spesso l’unica alternativa diventa la prostituzione. Infine, in merito ai rapporti tra ente pubblico e associazioni per quanto attiene alle campagne pubbliche di informazione, viene precisato come la Provincia non collabori solo con associazioni omosessuali, ma collegate alla pari opportunità e più in generale ai diritti di uguaglianza.

Gli emendamenti sono stati firmati da tutti i capigruppo della maggioranza Alessio Manica (Pd), Lorenzo Baratter (Patt), Gianpiero Passamani (Upt) e Giuseppe Detomas (Ual), oltre a Paolo Zanella per il Comitato promotore.

La discussione in aula prenderà dunque il via la settimana prossima, e tra i favorevoli al ddl c’è anche Manuela Bottamedi: la fuoriuscita dal M5S ha controfirmato gli emendamenti della maggioranza. «Come sottoscrissi con convinzione qualche mese fa la proposta di legge del collega Civico - ha detto la consigliera -, mi associo con altrettanta convinzione alle modifiche apportate dai colleghi di maggioranza, frutto di una riuscita sintesi tra le diverse sensibilità della società civile». Secondo la consigliera si tratta del la «vittoria della politica intesa come momento di incontro e mediazione tra idee diverse, a volte opposte. Il successo di questa trattativa dimostra che la politica è in grado di costruire una buona sintesi nel rispetto delle coscienze di ognuno».













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