Le coop replicano a Saviano"Le nostre mele sono pulite"

La denuncia dello scrittore sui tentativi della 'Ndrangheta di infltrarsi nel mercato delle mele trentine ha destato scalpore e sorpresa nell'ambiente della cooperazione


Ubaldo Cordellini


TRENTO. La notizia ha avuto l’effetto di una bomba atomica. Il fatto che alla Procura di Reggio Calabria vi sia un’inchiesta sulle possibili infiltrazioni della’Ndrangheta nel mondo della mela trentina ha mandato l’ambiente in fibrillazione. Dal presidente della Federazione della Cooperazione, Diego Schelfi, ai vertici del gigante Melinda tutti dicono di non saperne niente, ma chiedono approfondimenti. Il presidente dell’Apot Ennio Magnani, invece, rassicura sulla solidità del sistema.
Il primo a negare che vi possano essere infiltrazioni è il direttore generale di Melinda Luca Granata che liquida velocemente la denuncia di Saviano: «Mai avuto problemi del genere. Mai sentita questa cosa». Il presidente di Apot, il consorzio che raggruppa le cooperative più grandi come Melinda e La Trentina, Ennio Magnani è più esaustivo: «Il nostro è un sistema talmente solido da risultare impermeabile a questo genere di tentativi di infiltrazione. Non abbiamo mai sentito parlare di minacce o cose di questo tipo. Per noi è veramente una cosa di un altro pianeta. Non so dove Saviano l’abbia saputo, ma a noi non risulta niente di simile».
Magnani spiega che il sistema, per come è costruito, è difficilmente aggredibile: «Non c’è pericolo di infiltrazioni perché le cooperative sono solide e non lasciano soli i soci. Non dipendiamo dai mediatori e stiamo sul mercato vendendo direttamente. Per questo motivo è impossibile che ci siano infiltrazioni. Poi, il sud del paese lo conosciamo tutti. Sappiamo cosa può accadere, ma non con noi. Sono problemi che proprio non esistono. Solo i consorzi che aderiscono ad Apot, le due Op del Trentino Melinda e La Trentina hanno un fatturato di 250 milioni di euro. Una mole importante. Dimensioni che rendono tutto il sistema più forte e impermeabile».
Il presidente della Cooperazione trentina, Diego Schelfi racconta che episodi preoccupanti ci sono stati in passato, ma per quanto riguarda i piccoli frutti e nella Locride. Per quanto riguarda le mele, invece, niente: «Non sappiamo niente direttamente dell’inchiesta di cui parla Saviano. Penso, però, che sia il caso di approfondire la questione. Bisogna sempre stare bene attenti. In passato le cooperative dei piccoli frutti della Locride hanno avuto dei problemi. Ci sono stati avvelenamenti delle vasche d’acqua. Ma per le mele non abbiamo avuto notizie del genere».
Anche il presidente di Melinda Michele Odorizzi nega che vi sia il pericolo mafia: «Per noi, la denuncia di Saviano è stata un fulmine a ciel sereno. Io sono stato avvertito subito da alcuni amici con un sms, ma sono caduto dalle nuvole. Non avevo mai sentito prima una cosa simile».
Eppure Saviano è stato abbastanza specifico. Ha detto che la Procura di Reggio Calabria sta indagando su tentativi di infiltrazione nella distribuzione delle mele trentine da parte della’Ndrangheta dell’Aspromonte. Tentativi che sarebbero messi a segno tramite mediatori trentini. E’ proprio questo l’aspetto che desta maggiore preoccupazione. Il fatto che vi siano dei trentini pronti a fare da testa di ponte a organizzazioni criminali che vogliono invadere il nostro territorio. A dimostrazione che l’isola felice è in pericolo.

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