il salvataggio

LaVis, pronti 4 milioni. E un tutor affianca il cda

La Provincia nomina l’avvocato Girardi (ex Patt). Fidejussione di 2,5 milioni a casa Girelli. Altri 1,5 milioni da Isa, Seac e Fondazione Caritro


di Chiara Bert


TRENTO. Il piano di salvataggio della LaVis fa un piccolo passo avanti. La boccata d’ossigeno per la Cantina, indebitata per 50 milioni di euro (più altri 7 verso Isa, la finanziaria della Curia), arriva da un doppio impegno: il primo, della Provincia, è una fidejussione di 2,5 milioni di euro a Casa Girelli decisa ieri dalla giunta Rossi; il secondo, dei privati, è un prestito obbligazionario di 1 milione e mezzo di euro, con partecipazione alla pari, da parte di Isa, Seac e Fondazione Caritro per sostenere il piano di risanamento della LaVis. «Un’iniezione importante di fiducia», commenta il governatore Ugo Rossi al termine della giunta straordinaria di ieri pomeriggio. Giunta che, oltre alla garanzia a Casa Girelli, ha preso anche un’altra decisione che era nell’aria da giorni (Trentino del 25 marzo): la Provincia ha nominato un tutor, l’avvocato Andrea Girardi, che affiancherà il cda della Cantina.

Girardi tutor della Lavis. «Non si tratta di un commissariamento», ha tenuto a precisare Rossi, «non è la longa manus della Provincia sulla Cantina ma un soggetto terzo che sarà garante del rispetto delle procedure». Di fatto, in questo modo Piazza Dante potrà guardare dentro i bilanci e concordare le strategie, uscendo da una situazione in cui si contrappongono due verità: quella della LaVis, che rivendica un bilancio in salute, e quella della Cooperazione. L’affiancamento è una procedura prevista dalla legge regionale di vigilanza e controllo sulle cooperative ed è la soluzione «che ci è stata proposta dalla Federazione», ha sottolineato il presidente. L’ex commissario, oggi amministratore delegato della LaVis, Marco Zanoni, manterrà i suoi poteri ma ogni azione del cda - ha chiarito Rossi - «dovrà essere concertata con l’affiancatore, che parteciperà ai consigli di amministrazione, favorirà le sinergie e contribuirà a rasserenare il clima per aiutare il gruppo (composto da 7 aziende) a uscire dalla crisi». Per il delicato ruolo la giunta ha scelto Andrea Girardi, avvocato (di area Patt, con cui è stato anche candidato) con alle spalle un’esperienza nel comparto del diritto assicurativo aziendale e nella finanza d’impresa, nonché in veste di consulente di enti pubblici e società.

Casa Girelli, garanzia di 2,5 milioni. Come anticipato due settimane fa dal vicepresidente Alessandro Olivi ai lavoratori, la Provincia va in aiuto di Casa Girelli, il ramo sano della LaVis, 60 milioni di fatturato sui 90 milioni del gruppo. Lo stabilimento di viale Verona imbottiglia vino da tutta Italia ma oggi, a causa della crisi della LaVis, fatica a corrispondere alle commesse e i 65 dipendenti non ricevono più uno stipendio regolare. Con un conchiuso, ieri la giunta ha deciso di autorizzare Trentino Sviluppo a rilasciare una garanzia fidejussoria di 2,5 milioni per tre anni, controgarantita da un’ipoteca sugli immobili aziendali (i cespiti valgono oltre 9 milioni tra edificio e terreno), per garantire la prosecuzione dell’attività aziendale, «una realtà che ha una sua autonomia di bilancio anche in prospettiva», ha sottolineato Rossi. L’intervento - è stato chiarito - è indirizzato solo a Casa Girelli e il direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti ha specificato che si concretizzerà solo una volta sbloccato il piano di risanamento della LaVis con il via libera di tutti i soggetti creditori. Un piano da 10 milioni (8 della Provincia, 2 di Cooperfidi) per l'acquisto della parte più vecchia della cantina, attualmente bloccato dal no di Cassa Centrale e Rurale di Trento.

Un milione e mezzo dai privati. Per convincere le banche a concedere credito alla LaVis, la mossa di Rossi è stata di convincere tre grandi realtà private ad aprire i cordoni della borsa: tra giovedì e ieri i cda di Isa, Seac (la società di servizi dell’Unione commercio) e Fondazione Caritro hanno deliberato un prestito obbligazionario per 1,5 milioni per sostenere il piano di risanamento. Ora la palla ripassa agli istituti di credito.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano