il caso

Lavis, censurato il ballo con bacio saffico

Niente autorizzazione dal Comune. Le protagoniste: «Incomprensibile. Spettacolo già portato a Trento e Taio»


di Luca Pianesi


TRENTO. "Una scena che richiama l’amore tra due donne non la possiamo ammettere. Si rischierebbe di far passare il messaggio che ciò è accettabile come l’amore tra un uomo e una donna. Per questo dovreste tagliare quella parte di spettacolo". In questi giorni ferve in provincia il dibattito sulla questione se serva o meno una legge contro l’omofobia in Trentino. Ci si interroga se ci sia bisogno davvero di un corpus normativo che promuova "azioni di sensibilizzazione culturale" sul pluralismo dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, se sia necessario mettere nero su bianco che "la Provincia e gli enti locali, secondo le rispettive competenze, contrastino le forme di discriminazione".

Ebbene la risposta a tutti questi quesiti è racchiusa nel virgolettato di apertura dell’articolo. La frase è stata pronunciata dall’assessore alla cultura e all’istruzione del Comune di Lavis Germana Comunello per spiegare agli organizzatori di uno spettacolo (dedicato alla vita della pittrice messicana Frida Kahlo) la sua intenzione di non patrocinare, come Comune, la loro rappresentazione teatrale per via di una scena dell’opera: un flamenco ballato da due donne.

«Ieri mattina mi ha chiamato Bruno Giovannella, dell’associazione culturale Musicandove di Lavis con la quale collaboriamo – spiega una delle organizzatrici dello spettacolo, Loretta Grisenti dell’associazione di flamenco Rocìo di Trento – e mi ha detto: “Presto, vieni in Comune che l’assessore non vuole darvi il patrocinio”. Sono quindi corsa lì e ho parlato con Comunello che mi ha spiegato come avesse già visto un pezzo del nostro spettacolo a febbraio quando c’eravamo esibiti alla Festa dell’amicizia per i ciechi nel suo comune.

Ebbene il flamenco tra Frida e un’altra donna che si conclude con un bacio sul collo, lei non lo voleva rivedere, aveva urtato la sua sensibilità. C’ha detto che dovevamo tagliarlo. Io le ho spiegato che quella è la scena madre dell’opera. L’abbiamo messa anche sulla locandina. E’ stata ripresa anche nei film dedicati all’eroina messicana e simboleggia la forza e l’amore di Frida verso la vita. Ma lei ha ribadito che l’amore tra due donne non andava promosso e che non poteva essere considerato normale. Fosse stato per lei, ha aggiunto, il patrocinio del Comune non ce lo avrebbe concesso. Al che io le ho detto: “Lei sta assumendo un atteggiamento omofobo in qualità di rappresentante di un’istituzione”.

E l’assessore alla cultura e all’istruzione di Lavis ha risposto che lei, proprio in qualità di figura pubblica non vuole farsi veicolo delle nostre idee. Come se noi con un flamenco volessimo fare chissà quale proselitismo o convincere qualcuno di qualcosa. Siamo rimasti sconvolti – conclude Loretta Grisenti – avevamo già messo in scena questo spettacolo al Bookique di Trento con i finanziamenti della Cassa Rurale e ancora a Taio per la rassegna “Magnaarte”. Non avevamo mai avuto un problema. Lei ha detto che adesso farà passare la cosa in giunta e si vedrà se avremo il patrocinio ma ha ribadito che fosse per lei il Comune non dovrebbe appoggiare questa iniziativa».

Stando al racconto delle responsabili dello spettacolo la ragione del “niet” è chiara: «Quel ballo - dicono - per l’assessore alla cultura e all’istruzione di Lavis mostra un mondo che deve restare nascosto, che non merita nemmeno un accenno in due passi di danza. Un flamenco (sensuale per definizione) che non ha nulla di scandaloso se non un timido bacio sul collo. E non importa se con quello spettacolo si ricorda la figura di Frida Kahlo, un vero e proprio mito del femminismo internazionale, una delle più grandi pittrici contemporanee, prima donna nella storia a finire su un francobollo americano, protagonista di film, documentari, libri e che ha ispirato spettacoli e musiche Da un’assessora alla cultura e all’istruzione ci si sarebbe potuti aspettare una sensibilità diversa».













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