Lascito Pasqualini, maxiribasso del 50%

La milanese Epsilon si aggiudica la gestione con una «offerta anomala». E subito dietro finisce la Rurale Valsugana e Tesino


di Paolo Morando


CASTELLO TESINO. Una telenovela infinita, quella del lascito Pasqualini, vicenda incredibile (nel riquadro a destra le tappe principali) di cui più volte il Trentino si è occupato in questi mesi nel totale silenzio delle istituzioni provinciali. E ancora una volta sono tutti da leggere i particolari e i retroscena della nuova puntata di cui abbiamo dato conto ieri: l’aggiudicazione alla Epsilon Sgr di Milano dell’appalto per la gestione del patrimonio dell’Apsp “Suor Agnese” da qui al 2020. La società del gruppo Intesa Sanpaolo ha ottenuto un punteggio complessivo di 88,54 punti su 100, di cui 58,54 per l’offerta tecnica e 30 per quella economica. Questa la decisione presa dalla commissione aggiudicatrice, presieduta dalla direttrice dell’Apsp Danila Ballerin e composta inoltre da due commercialisti veneti, Matteo Cipriano dell’Ordine di Padova ed Eugenio Salvi di quello di Verona. Ma la vicenda è tutt’altro che conclusa: nella delibera del consiglio d’amministrazione della “Suor Agnese” datata 30 dicembre 2015, che dà conto dei verbali di tutte le operazioni (la prequalifica dei concorrenti il 26 giugno 2015, poi altre quattro sedute di gara tra ottobre e dicembre), si precisa infatti che l’affidamento diventerà efficace solo una volta concluse le verifiche di legge relative al «possesso dei requisiti generali di partecipazione sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive presentate dal concorrente in merito al possesso dei prescritti requisiti». Ci sarà insomma da attendere ancora, prolungando il deposito quasi infruttifero del patrimonio su un conto corrente della Rurale Valsugana e Tesino e, di conseguenza, ampliando ancor più i mancati introiti (siamo sui 2 milioni di euro) in termini di cedole e plusvalenze. Ulteriore riprova di come sarebbe stato più logico (e più vantaggioso) mantenere i Btp in portafoglio fino al momento dell’affido alla Sgr. Senza dimenticare che solo a fine gennaio scadranno i 30 giorni a disposizione dei concorrenti piazzatisi dietro Epsilon per proporre ricorso al Tar contro l’aggiudicazione: una pratica che, quando si parla di appalti pubblici, è pressoché rituale.

L’andamento della gara, peraltro, appare destinato a fornire appigli in questo senso, anche al netto dell’esclusione di un potenziale concorrente ancora in fase di prequalifica. E che concorrente: si trattava infatti della PensPlan Invest Sgr di Bolzano, “colpevole” di aver consegnato la propria domanda di partecipazione («a personale dipendente del servizio infermieristico», si legge nel verbale) alle 12.15 del 17 giugno 2015, dunque un quarto d’ora oltre il termine stabilito. Esclusa così rocambolescamente PensPlan, che avrebbe potuto certo far valere la propria comprovata esperienza finanziaria (anche se il ritardo nel deposito del plico a Castello Tesino getta più di un’ombra sulla sua affidabilità), in gara sono rimasti così solo tre concorrenti: la Epsilon poi vincitrice, la Banca Patrimoni Sella & C. di Torino e un terzo potenziale gestore del tutto imprevedibile. Si tratta infatti di quella stessa Cassa Rurale Valsugana e Tesino che fino a fine 2013 gestiva il portafoglio titoli dell’Apsp e che, dopo lo smobilizzo, si è vista depositare nelle proprie casse l’intero ammontare del patrimonio della “Suor Agnese”, con evidenti benefici di bilancio in termini di raccolta diretta. Rurale che, per giocarsi al meglio la partita, aveva pensato bene di concorrere in abbinata con colleghi dalle spalle più solide, Cassa Centrale Banca, costituendosi in Ati (Associazione temporanea d’impresa).

Partita a tre, insomma. Vinta da Epsilon su entrambi i fronti, l’offerta tecnica e quella economica. Nel primo caso, infatti, la Sgr milanese ha ottenuto 58,4 punti, contro i 55,06 dell’Ati trentina, più staccata Banca Patrimoni Sella con 46,90. Nel secondo, 30 punti a Epsilon, 25 a Rurale Valsugana e Tesino-Cassa Centrale, ancora una volta terza la Sella con 17,50. Risultato finale: Epsilon 88,54 punti, Rurale-Cassa Centrale 80,06 e Sella 64,40. Ma attezione a quei 30 punti ottenuti da Epsilon a proposito dell’offerta economica: sono il massimo che il regolamento di gara concedeva. Un risultato che la Sgr di Intesa SanPaolo ha portato a casa grazie a un ribasso addirittura del 50% rispetto alla base d’asta di 810 mila euro, proponendo quindi la cifra di 405 mila euro come proprio compenso per la gestione quinquennale. Ma anche il punteggio sull’offerta tecnica alla fine è risultato essere superiore ai quattro quinti di quello ottenibile. Tanto che la stessa commissione aggiudicatrice, il 21 dicembre scorso nell’ultima delle quattro sedute di gara, prima di quella pubblica aperta ai concorrenti ha ritenuto opportuno riunirsi riservatamente per verificare, così da verbale, «l’offerta anomala». Verifica che ha riguardato ulteriore documentazione prodotta da Epsilon, in particolare una relazione sulla propria struttura organizzativa e i bilanci relativi agli esercizi 2012 e 2013. E la commissione, «dopo attento lavoro di valutazione», ha ritenuto che «le giustificazioni prodotte da Epsilon sono sufficienti a dimostrare la non anomalia dell’offerta presentata». Chissà se i vertici di Cassa Centrale e Rurale Valsugana e Tesino, leggendo queste frasi, si limiteranno a masticare amaro o non decideranno invece di tentare la via del Tar.

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