Lamar, tra ciclabili incompiute e strade senza manutenzione 

Gli abitanti si sentono dimenticati: la statale spesso si allaga e la segnaletica non si vede perché coperta dalle piante


di Daniele Peretti


TRENTO. Una strada fantasma. E una a due facce, per la piccola comunità di circa 200 anime che rischia di scomparire soffocata da un’area artigianale in gran parte dismessa e dall’ipotesi di una mega sede del Gruppo Poli che dovrebbe essere costruita con un imponente ampliamento di quella ex Orvea, chiusa da alcuni anni. Loro sono gli abitanti di Lamar, un gruppo di case con una chiesetta costruita su un’altura, bagnati dal Rio Barberino. Bagnati nel senso letterale perché quando piove, l’acqua scende copiosa dalla vecchia strada che porta a Vigo Meano, riqualificata senza prevedere tombino o scoli e così l’acqua prende forza, arriva in piano, si scarica nel rio che non riuscendo a contenerla tutta, allaga l’unico spazio che i residenti hanno a disposizione per raggiunge la nazionale e la fermata dell’autobus.

A guidarci in questa escursione urbana è Mauro. «La strada fantasma? È quella detta di “sgronda” o pedemontana prevista nel Prg del ‘68 e mai realizzata. Doveva essere costruita su questa “ciclocagnopedonabile”, ma non lo è mai stata”. Ma per i tecnici del Comune esiste. Uno scandalo. Non sanno nemmeno quali sono le strade del territorio. Hanno solo sistemato la vecchia strada che porta a Vigo Meano; hanno realizzato questa pericolosissima ciclabile, come tutte regno anche dei pedoni e dei cani, senza considerare che è aperta al traffico».

Ci spieghi: «La ciclabile è anche l’unico accesso alle case. Ci sono degli stop che i ciclisti non rispettano, punti di scarsa visibilità ed essendo un tracciato percorso molto di più in discesa, le biciclette arrivano a velocità sostenuta e solo per caso non c’è ancora scappato il morto».

La strada a due facce invece? «Via Crosare. Splendida la parte nuova, ma la vecchia? Erba che copre il guard rail e la segnaletica. Ma almeno per l'inaugurazione non potevano renderla tutta presentabile?».

Passiamo sulla nazionale, fermandoci di fronte alla lapide che ricorda un residente morto nel ‘98, attraversando la strada. «Allora non c’era il semaforo e per prendere la Trento-Malè che era l’unico mezzo per raggiungere Trento, dovevamo attraversare la strada. Dopo l’investimento mortale fu messo il semaforo. Poi è arrivato l’autobus e qualcosa è migliorato». «Peccato che la manutenzione ai tombini penso non sia mai stata fatta da quando sono stati costruiti. Quando piove ci sono delle pozze che se gli automobilisti non evitano, chi aspetta di attraversare fa la doccia. Per il resto ci hanno detto che il diserbante non si può usare perché inquina ed il taglio dell’erba creerebbe un rischioso problema di traffico. Così cresce libera ed in alcuni punti gli arbusti coprono la segnaletica stradale verticale o impediscono il passaggio dei pedoni sui marciapiedi». Mentre parliamo arriva una bisarca, si ferma sulla nazionale per scaricare le macchine di una concessionaria. «Per non fare la manovra di ingresso, bloccano una corsia subito dopo una semi curva e senza nessun segnale, scaricano le macchine. Ma qui i vigili arrivano solo per l’autovelox».













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