Ladri di magliette all’Us Piedicastello

Saccheggiata la sede di via Papiria: è il quinto «assalto» in pochi anni. E un mese fa sono sparite due bici da 4 mila euro


di Luca Marognoli


TRENTO. Dopo il furto, un mese fa, di due bici da corsa da 4 mila euro ciascuna, che erano “parcheggiate” nel bagno, e altri quattro tentativi di intrusione gli anni scorsi nella sala del direttivo, i ladri sono riusciti ad avere ragione delle barre d’acciaio piazzate dal presidente Vittorio Sboner e a violare il “sancta sanctorum” dell’Us Piedicastello. Una sala illuminata dai riflessi sfavillanti di 104 coppe conquistate in 35 anni di attività calcistica e ornata da decine di gagliardetti. Sboner, 76 anni, fondatore del sodalizio che ha sede in via Papiria, alle ex scuole del quartiere, si muove tra i “suoi” cimeli come all’interno della stanza del faraone. Gli ignoti sacrileghi hanno però ignorato i trofei, a eccezione di una grossa coppa di porcellana, preferendo tute e magliette, di cui hanno fatto razzia.

Sono entrati dalla finestra dopo avere scardinato gli scuri e hanno spaccato il vetro di una vecchia credenza in legno arraffando 6 mute nuovissime destinate alla squadra di calcio a 5, poi hanno sventrato lo schedario mettendo a soqquadro documenti e bilanci, infine hanno forzato lo sportello di un armadio, rubando una trentina di magliette tipo polo per ragazzini, altrettanti k-way e numerose t-shirt a tre bottoni da adulti. Dalla sala riunioni, spaccando il blocchetto della serratura, sono passati alla stanza- ritrovo degli atleti, abbandonando sul pavimento un ferro da cantiere ricurvo. Prima di eclissarsi hanno dato anche un’occhiata al magazzino, facendo altri danni ma lasciando sul posto le reti piene di palloni da allenamento.

La sede della società confina con l’area ex Italcementi ed è possibile che i ladri siano venuti da lì. «Non saprei dirlo, devono essere stati dei balordi, ma erano almeno in tre», commenta il presidente. «Io ho già messo in allerta dirigenti e giocatori. E’ difficile confondere le nostre magliette: sono gialloblù, come quelle della Roma». Un tentativo di effrazione era stato commesso quattro mesi fa - racconta - e altri tre negli anni precedenti. «Nessuno però era riuscito ad entrare nella sala riunioni».

Arriva per fare una “sgambata” all’ora di pranzo Giorgio Casagrande, dirigente del gruppo ciclistico Zambana, che usa la sede come spogliatoio. Un mese fa gli hanno rubato due bici che teneva nel bagno, una sua e una del cognato. «Valevano 4 mila euro ciascuna», dice salendo in sella ad una nuova, che però ha portato con la jeep. «Sono di quelle superleggere fatte a San Vito dalla comunità di San Patrignano. Sono riusciti a tagliare il cavo di acciaio che usavo per sicurezza, lasciando qui una grossa trancia. Purtroppo non è la prima volta: avevano rubato altre biciclette un anno fa e quello prima ancora».

Un amico ha consigliato a Sboner di gettare la spugna ma lui non ci sta: «Ho fondato l’Us Piedicastello nel 1977 e la passione è ancora troppo forte». Iniziò chiedendo in prestito le maglie del Sardagna, poi cercando sponsor tra i commercianti del rione: «Raccolsi 104 mila lire, ne aggiunsi 24 mila io e comprai i completini da Rigoni. Facevo il sarto e misi i numeri anche sui pantaloncini, come andava all’epoca. I ragazzi si entusiasmarono». L’avventura partì con i pulcini, seguiti l’anno dopo dai giovanissimi. «Nel 2004-2005 arrivammo a 12 squadre, dai primi calci alla seconda categoria fino al campionato femminile. Avevamo 170 soci, 23 dirigenti e 4 medici sociali. Oggi il quartiere è diventato un dormitorio e di ragazzi se ne trovano pochi. E’ rimasto solo il calcio a 5, ma io e il direttivo non abbiamo nessuna intenzione di mollare».

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