La Uil: "Contadini di montagna, niente esenzioni fiscali"

Basta con la completa esenzione fiscale riservata ai contadini di montagna". Lo chiede il segretario della Uil del Trentino, Ermanno Monari, in una lettera inviata al ministro delle Finanze Giulio Tremonti



TRENTO. "Basta con la completa esenzione fiscale riservata ai contadini di montagna". Lo chiede il segretario della Uil del Trentino, Ermanno Monari, in una lettera inviata al ministro delle Finanze Giulio Tremonti nella quale si chiede una "radicale modifica del sistema fiscale cui
godono molti agricoltori di montagna. In Trentino, coltivando ad esempio mele - scrive Monari - gli agricoltori guadagnano almeno 25 o 30 mila euro ad ettaro, pagando il 4% di Iva e cifre irrisorie sulla base delle rendite catastali dei terreni. La media delle Aziende agricole trentine si aggira attorno ai tre ettari e gli investimenti più consistenti (trattori, assicurazione contro la grandine) vengono largamente coperti da istituzioni pubbliche".

"Il lavoro necessario per raggiungere un tale reddito - decisamente superiore alla media di un normale lavoratore che abbia la fortuna di lavorare tutto l'anno e che paga già alla fonte fino
all'ultimo centesimo di tasse - si limita sì e no a tre-quattro mesi all'anno. Le spese sono molto limitate e soprattutto relative alla raccolta, che - se affidate a stagionali regolari - possono incidere per un 20% al massimo. Senza contare che un ettaro di terreno coltivato ha oggi sul mercato un valore di circa 500.000 euro", continua Monari.

"Si tratta di un discorso di giustizia fiscale e sociale come abbiamo fatto con la proposta di levare la diaria non tassata, 38.000 euro all'anno, ai consiglieri provinciali", ha concluso il segretario Uil.













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