La svizzera Klesch acquista le Acciaierie

La multinazionale ha rilevato lo stabilimento di Borgo assieme ad altri due del Gruppo Leali. Garantiti i livelli occupazionali


di Paolo Silvestri


BORGO. In Valsugana ieri cadeva la neve e faceva freddo, ma sulle Acciaieria Valsugana splendeva il sole. La notizia attesa con trepidazione dalle maestranze dell'industria siderurgica di Borgo è giunta nel pomeriggio: la svizzera Klesch ha annunciato l'acquisto delle attività principali del gruppo Leali, del quale come noto fa parte lo stabilimento di Borgo, pagandola oltre 40 milioni. Per la storica azienda bresciana, in liquidazione, il 20 febbraio si è tenuta l'udienza del tribunale fallimentare che ha dato il via libera all'acquisizione da parte del fondo, che di fatto rileva 3 (Leali spa, Laf e appunto Borgo Valsugana) dei 4 stabilimenti del gruppo bresciano (Roè Volciano resta escluso). Fuori dai giochi quindi il gruppo Feralpi, che per un periodo ha concorso all'acquisto del gruppo. Il brand Leali verrà mantenuto e verranno mantenuti gli attuali livelli occupazionali. Leali ha una capacità di produzione totale di 650.000 tonnellate di acciaio l'anno e impiega 250 persone nei tre siti produttivi ubicati a Odolo e Borgo. L'accordo prevede un periodo di consultazione con sindacati, banche, clienti e altre parti interessate. La fase finale di acquisizione è prevista entro fine dell'anno (in questo periodo di fatto la Klesch affitterà i tre stabilimenti Leali).

Fondata nel 1990, la Klesch & Co mette in campo numeri di tutto rispetto: 5 miliardi di dollari di ricavi, 4.500 occupati in 40 stabilimenti in 16 Paesi. Fino ad oggi la Klesch aveva un business globale di materie prime industriali, con tre divisioni specializzate nella produzione e commercializzazione di prodotti chimici, di metalli e petrolio e si era fatta avanti anche per lo stabilimento sardo di Alcoa e aveva presentato anche una manifestazione d'interesse per Lucchini. Un vero e proprio impero industriale che comprende marchi di materie plastiche (Kem One), alluminio (Aldel) e petrolchimica (Sotassa).

Per rilanciare il Gruppo Leali serviranno ora forti investimenti da parte del pur solidissimo gruppo svizzero se davvero intende entrare in maniera competitiva nel settore degli acciai speciali. Quegli investimenti che la Leali, prima del fallimento, aveva sostenuto solo in parte.

Ora si dovrà anche verificare se torneranno in ballo i contributi concessi dalla Provincia al Gruppo Leali per garantire l'abbattimento di polveri e fumi emessi dallo stabilimento. L’assessore Olivi non più tardi dello scorso mese di ottobre, ai tempi cioè dell’interessamento Feralpi, era stato piuttosto chiaro in merito: «Si tratta di contributi che noi possiamo erogare a chi subentrerà alla Leali, ma in ogni caso soltanto dopo la definizione di clausole sociali quali il mantenimento dei livelli occupazionali. In questo caso siamo pronti a fare per intero la nostra parte».

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