La stazione dei treni resta senza bagni per un giorno 

I quindici dipendenti della Cooperativa La Carovana non prendono lo stipendio da dicembre e protestano



TRENTO. A Trento sono in quindici. Puliscono i bagni della stazione, accompagnano i disabili ai treni, fanno piccole manutenzioni dei materiali rotabili. Prendono poco più di 800 euro al mese e la Cooperativa La Carovana per la quale lavorano, che si è aggiudicata un appalto delle Fs, non dà loro neanche scarpe antinfortunistiche o vestiti adeguati. Come se tutto questo non bastasse per protestare, non hanno neanche preso lo stipendio di dicembre e la tredicesima è stata pagata solo in parte. Per questo ieri i dipendenti della cooperativa, coordinati dal sindacato di base Sbm di Fulvio Flammini, avevano deciso di incrociare le braccia. Dopo l’annuncio, però, la Cooperativa ha deciso di comunicare che avrebbe pagato il 50% delle spettanze. Così i lavoratori hanno sospeso l’agitazione. «La protesta ha segnato una prima vittoria degli operai. La ditta ha garantito il pagamento al 50% degli arretrati con bonifico bancario in data odierna, la consegna di tutti i prospetti paga non ancora ricevuti dalle maestranze per domattina (questa mattina ndr), il saldo degli arretrati di dicembre 2017 entro venerdì 26 gennaio». Lo annuncia il Sindacato di base multicategoriale di Trento, a proposito della protesta degli addetti ai servizi della stazione ferroviaria. «I risultati positivi raggiunti dimostrano che, a fronte delle condotte vessatorie delle imprese, solo azioni sindacali di forte impatto permettono ai lavoratori di ottenere i loro diritti. Non pagare lo stipendio è uno dei comportamenti più ignobili che un'azienda possa rivolgere alle proprie maestranze, stante la natura prevalentemente alimentare della retribuzione. Le famiglie dei lavoratori senza stipendio sono le prime a subire la portata violenta di tale condotta, con ripercussioni non solo economiche (quali affitti arretrati da pagare, bollette delle utenze insolute, riduzione della capacità di acquisto degli alimenti), ma anche di ordine affettivo. Per questo ci vorrebbe il reato di mancato pagamento dello stipendio».













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