La «scuola dei genitori» riparte anche quest’anno

A Peio le lezioni per i nove bambini riprendono regolarmente in settimana Ivo Casolla, un papà: «Il progetto (positivo) non cambia, tornano i sei maestri»


di Gianfranco Piccoli


PEIO. Peio Scuola Viva non lascia. Anzi, raddoppia. Lo assicura Ivo Casolla, uno dei genitori che oltre un anno fa ha promosso con entusiasmo la nascita del progetto della scuola parentale, la prima in Trentino. Una decisione nata dopo la soppressione della scuola primaria in paese, decisa in seguito all'apertura della nuova struttura scolastica di Cogolo.Passata la tempesta delle polemiche, l'attività dei 9 scolari è proseguita regolarmente, tanto che a fine anno tutti hanno superato l'esame di idoneità, confermando la bontà del progetto didattico economicamente sostenuto dai genitori e affidato ad un gruppo di maestri volontari per quanto riguarda l'insegnamento.

«Riprenderemo le lezioni mercoledì, come tutti, o al massimo qualche giorno più tardi a causa di qualche problema logistico – spiega Casolla – la sede dello scorso anno sarà inagibile per un mese e mezzo e dobbiamo allestire la sede provvisoria: non so se ce la faremo per il 12 settembre».

Anche quest'anno 9 scolari, tanti quanti lo scorso anno.

Uno è passata alla scuola media, un altro è arrivato in prima elementare.

Ma com'è lo spirito con cui si opera?

Stesso entusiasmo dei primi giorni, molta meno ansia: lo scorso anno non sapevamo come sarebbe proseguita l’ esperienza. L'esame di idoneità che i bambini hanno passato ha però confermato il valore del progetto didattico portato avanti. Stessa formula: ci saranno sei maestri, tutti volontari, affiancati a turno da un genitore. Una presenza, quest'ultima, che abbiamo deciso noi.

L'avvio della scuola era stato denso di polemiche: avete ricevuto pressioni in questi dodici mesi nel paese?

Nessuna pressione, ma neppure nessun sostegno di tipo morale. E nemmeno economico, visto che tutte le spese vive (e qualche rimborso che vogliamo dare ai volontari) sono coperte dai genitori. All'ente pubblico non abbiamo chiesto nulla e non abbiamo ricevuto nulla.

La vostra scelta di tenere i bambini vicino a casa potrebbe non essere compresa, al di là del fascino che questa esperienza può suscitare.

Ci tengo a sottolineare che la nostra non è una scelta di tipo ideologico. E' una decisione presa per garantire ai nostri figli una migliore qualità della vita, non certo per tenerli sotto una cappa protettiva. Quando sarà il momento – conclude Casolla - prenderanno la loro strada. Ci mancherebbe.

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