La Procura risparmia sulle intercettazioni e diventa più rapida

Resta in cassa un milione, ma aumenta la produttività: più richieste di giudizio e indagini chiuse entro i 6 mesi


di Luca Marognoli


TRENTO. Quasi un milione di euro risparmiati, tagliando soprattutto le intercettazioni “a pioggia” ma anche le consulenze non indispensabili e i sequestri “ingiustificati”. La spending review non risparmia la Procura della Repubblica, che nel primo semestre 2013 ha abbattuto i costi, scesi da 1 milione e 392 mila euro dello stesso periodo del 2012 ai 420 mila euro attuali. Una revisione della spesa fatta «con intelligenza, perché il semplice tagliare sarebbe un errore marchiano», sottolinea il procuratore della Repubblica, Giuseppe Amato, presentando il bilancio sociale dal primo di gennaio al 30 giugno. «Il risparmio va fatto eliminando le inefficienze e cambiando le modalità organizzative. Quando è possibile, è giusto ad esempio definire alcuni procedimenti con il decreto penale». Le richieste di decreto sono infatti salite da 453 a 624, e ancora di più quelle di citazione a giudizio: 788, rispetto alle 483 del primo semestre 2012 e alle 453 del secondo dello stesso anno. Aumentato anche il numero di richieste di rinvio a giudizio: 217, contro le 149 del semestre precedente. Il totale degli “esercizi dell’azione penale” è stato di 1.834, a fronte dei 1.413 del primo semestre dell’anno scorso e dei 1.392 del secondo.

Un altro dato particolarmente positivo riguarda i tempi: a Trento il 95% dei fascicoli viene definito in sei mesi, il termine ordinario di durata delle indagini preliminari. A riscontro, si registra una riduzione netta delle richieste di proroga, scese da 549 a 186, un terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Molto si è fatto anche sul fronte dello smaltimento degli arretrati: a fine giugno sono risultati pendenti solo 3.137 fascicoli, contro i 7.549 rilevati alla data del 30 giugno 2012 e i 4.818 al 31 dicembre. Una dimostrazione - sottolineano in Procura - di come l’ufficio sia in grado di definire più fascicoli di quelli in ingresso. E nel solo 2013 ne sono stati iscritti non pochi: 3.049 contro noti, 564 davanti al giudice di pace, 5.267 contro ignoti e 455 per fatti non costituenti reato.

Come è stato possibile ottenere questi risultati con minori risorse? Uno strumento è stato il fare leva sull’attività di approfondimento investigativo a monte: «Abbiamo ottenuto una migliore materia dalla polizia giudiziaria», spiega Amato. Dati su persone, fatti e circostanze vengono forniti in maniera il più dettagliata possibile: un sistema che rende più veloce l’iscrizione e la messa in movimento dei fascicoli. Decisiva - secondo il procuratore - è stata l’istituzione di un ufficio dibattimentale centralizzato, che già esisteva in passato ma era stato poi smantellato. Una regia unica che ha incentivato la velocità di trasmissione dei fascicoli. «Siamo riusciti anche a dare impulso al giudice di pace - rimarca Amato -, che era stato oggettivamente trascurato, andando a creare una struttura centralizzata che lì invece già esisteva ma non funzionava». Il risultato è stato che «prima c’erano fascicoli fermi anche da qualche anno, mentre ora lavoriamo in tempo reale».

Le intercettazioni telefoniche sono considerate uno strumento di ineludibile importanza, ma grande attenzione viene ora riposta nella verifica dell’effettiva utilità delle proroghe. Un lavoro particolare è stato poi effettuato per “ripulire” il più possibile i magazzini dove vengono custoditi i beni sequestrati, restituendoli ai proprietari o vendendoli dove possibile.

Quanto agli organici, infine, in settembre saranno al completo quelli dei magistrati (10 più il procuratore), mentre al blocco dei concorsi tra il personale che dura dal 1998 ha fatto fronte il distacco di 2 unità dalla Regione e di 7 dalla Provincia.

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