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La libreria Disertori lascia via Diaz dopo ottant’anni

Ma i titolari quarantenni non mollano: «Siamo dei romantici». A breve il trasferimento in una nuova sede sempre in centro


Luca Marognoli


TRENTO. La prima notizia, quella cattiva, è che la libreria Disertori - “quella dell'Ulisse” - lascia gli storici locali di via Diaz, dove esisteva dagli anni Trenta. La seconda, quella buona, è che l'attività continua, in un'altra sede che presto sarà annunciata, sempre in centro storico. I due giovani titolari, i quarantenni Francesca Gobbi e Mirko Bortolon, che 15 anni fa (sembra ieri) rilevarono la libreria da Marzatico (il quale ci era entrato a sua volta nel 1976 succedendo al fondatore, l’irredentista Marcello Disertori), non hanno nessuna intenzione di mollare: accorciano il passo come si fa in montagna, ma continuano la salita.

Tengono duro, in un settore e in un momento storico difficilissimi, affidandosi alla stessa piccozza che li ha portati fino a qui: il libro (di carta frusciante) dedicato alla montagna e alla storia del territorio trentino e tirolese. «Il digitale? Ci piace essere ancora romantici. Il libro ha una sua identità che va preservata», dice Mirko, che viene da tutt’altro mondo, quello della carpenteria (è disegnatore tecnico). Sua moglie, figlia di Gobbi ha invece ereditato la passione da papà Domenico, curatore di Civis, rivista storica trentina che sta per compiere i 40 anni. «Lasciare questo posto ci dispiace, naturalmente», continua il marito. «Aldilà dell'aspetto commerciale, è sempre stato un punto di ritrovo: molti identificano via Diaz con la libreria Disertori. Era una decisione inevitabile: l'affitto sta diventando insostenibile. Noi però andiamo avanti: resistiamo. Andremo in una sede più piccola: oggi il magazzino non ha più molta ragione di essere: il riassortimento è più veloce, la merce ti arriva ogni giorno...».

L'idea di subentrare “all'Ulisse” nacque dai contatti che la mamma di Mirko aveva con la libreria: «Era una sua collaboratrice, ce lo propose e a noi sembrò una bella opportunità. Un'avventura che ci è costata fatica ma ci ha dato tante soddisfazioni, anche in termini di riconoscenza da parte dei clienti. Che apprezzano il servizio, l'opportunità di ricevere un consiglio, oltre all'assortimento dei volumi». A proposito di consigli, Francesca e Mirko nell'ambito della narrativa vi diranno di leggere Shibumi e Satori, autori «legati alla filosofia orientale e ai codici d'onore», mentre nell'editoria di montagna vi suggeriranno “La morte sospesa” di Simpson ed “È buio sul ghiacciaio” di Bhul. «Ma sta diventando uno dei nostri best-seller- dicono - anche “Indian creek”, di Fromm». Notevole è stata la richiesta di libri sulla Grande Guerra, dopo la ricorrenza del centenario, anche perché i volumi sfornati per l'occasione sono stati molti. Tra gli autori trentini i preferiti sono Folgheraiter, Francescotti, Sardi e Iellici, con Elio Fox che a Natale ha fatto boom grazie al suo “Vocabolario della parlata dialettale e contemporanea della città di Trento”.

Una ripresa ha avuto poi il settore cartografico (della celebre Igm), dopo il calo causato dalle mappe digitali. Per Bortolon, i motivi sono due: «Primo: all'estero il roaming del cellulare costa una follia. Secondo: Le applicazioni consumano batteria, mentre la carta la vedi sempre».

La forza di Disertori sta tutta qui: avere una nicchia solida e uno zoccolo duro di lettori. Entra un giovane a cercare “Fiere e mercati della provincia di Trento”, estratto del periodico “Economia Trentina” del 1984. Glielo danno e va via tra il soddisfatto e l’incredulo. «Nella nostra libreria è così – commenta Francesca – :trovi l'insperabile”.













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