La grande truffa con viaggio a Londra

Imprenditore trentino ricevuto da falso funzionario in una banca della City versa 120 mila euro per un finanziamento da 10 milioni


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Sembra una storia degna di Totòtruffa 62, il film in cui il principe De Curtis riusciva a vendere la fontana di Trevi a un ingenuo turista. Sembra. Ma invece è tutto vero. Altro che film. La truffa nella quale è incappato un ingegnere trentino quarantenne, titolare di una piccola impresa, è maledettamente vera. Tanto vera che l’imprenditore ci ha rimesso 120 mila euro. A truffarlo sarebbe stato, naturalmente secondo la sua versione dei fatti, un sedicente uomo d’affari mantovano, Enzo Turcato, 60 anni di Ponti sul Mincio. Ieri in tribunale a Trento si è aperto il processo davanti al giudice Guglielmo Avolio, ma gli avvocati si sono astenuti per lo sciopero nazionale e l’udienza è stata rinviata a ottobre.

Tutto ha inizio nella primavera del 2010. In quel periodo l’imprenditore trentino conosce, tramite un amico, Turcato che si presenta come un facoltoso uomo d’affari con interessi in molti campi e buone entrature in banche e finanziarie anche internazionali. Secondo l’accusa, Turcato avrebbe intessuto con pazienza una fitta trama di bugie. Dapprima avrebbe prospettato all’imprenditore trentino la possibilità di fare affari insieme. Poi gli avrebbe prospettato la possibilità di ottenere un finanziamento di 10 milioni di euro a un tasso vantaggioso presso una banca di Londra, la Hsbc. Una prospettiva che, in tempi di credit crunch e di rubinetti chiusi in banca, ha subito allettato l’imprenditore trentino. Secondo quanto sostenuto nella sua querela dall’imprenditore, Turcato gli avrebbe detto che poteva ottenere il grosso finanziamento, ma c’era la necessità di una somma in contanti per sbloccare l’operazione. Per la precisione erano necessari 120 mila euro. Soldi che Turcato diceva di non avere a disposizione sul momento. Per questo ha convinto l’imprenditore trentino a prestarglieli per un mese con un tasso del 5 per cento. Prima di dare il denaro, il trentino è andato a Londra a concludere l’operazione nella sede di una grande banca. Turcato gli ha presentato quello che avrebbe dovuto essere il direttore. Si sono appartati in una sala riunioni. Sembrava tutto a posto. Peccato che quello per la banca fosse uno sconosciuto che era riuscito a infiltrarsi nella sede dell’Istituto. L’imprenditore trentino ci è caduto e ha versato su un conto corrente di Turcato presso la banca Hsbc di Londra. Però del finanziamento da 10 milioni nemmeno l’ombra. E al trentino non è restato altro che presentare denuncia. Poi è emerso che sarebbero stati raggirati altre due trentini con lo stesso metodo.

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