L’OPERAZIONE

La Finanza sequestra droga per 2 milioni

Arrestate 41 persone in due anni di indagini fra Italia, Olanda, Spagna e Francia. Tra i corrieri una donna con un bambino e finte coppie di turisti


di Luca Marognoli


TRENTO. Organizzati su scala internazionale, efficienti e pronti ad uccidere. Capaci di immettere sul mercato, droga per un valore superiore agli 8 milioni di euro. Astuti, fino ad arrivare a coinvolgere una mamma spagnola con il figlio di sette anni, intercettata alla dogana francese con l’auto imbottita di 32,6 chili di hashish, e alcuni uomini che, accompagnati da finte mogli, simulavano viaggi turistici in Italia. Professionali ma spietati: in grado di sequestrare un ostaggio di vent’anni, che è stato tratto in salvo in Olanda, dalla polizia di Utrecht, a poche ore dalla scadenza dell’ultimatum fissato dalla banda.

Sono 65 i narcotrafficanti denunciati dal Gruppo operativo antidroga (Goa) della Guardia di Finanza di Trento, in collaborazione con i colleghi di altre regioni del Nord Italia e con le polizie di Olanda, Spagna e Francia. Di questi, 41 sono stati arrestati nel corso di un'operazione – denominata Ali Babà - che è durata quasi due anni e ha coinvolto ben 90 militari delle Fiamme Gialle, 60 dei quali trentini, e 10 unità cinofile.

Martedì l'ultimo atto con l'esecuzione di 21 dei 28 ordini di custodia cautelare (in 5 casi c’è da aggiungere al traffico e allo spaccio di droga il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione) richiesti dal pm Davide Ognibene ed emessi dal gip Francesco Forlenza. Per le altre sette persone c'è un mandato di cattura internazionale. In precedenza erano state arrestate in flagranza di reato altre 20 persone ed erano stati sequestrati, oltre a 5 veicoli, 118 chili di hashish (pari a 118 mila dosi), 1,2 chili di cocaina (2.200 dosi) e 150 grammi di eroina, per un valore al dettaglio stimato in oltre 2 milioni di euro. Ma le indagini hanno permesso di chiarire che la banda era riuscita ad acquistare e spacciare altri 308 chili di hashish e 3 di eroina, per 6 milioni di euro.

Una tra le operazioni più importanti mai portate a termine in Trentino, sottolinea il colonnello Fabrizio Nieddu, comandante provinciale della Finanza. Mentre il procuratore capo Marco Gallina mette l’accento sulla fatica e la determinazione che comporta un impegno investigativo e operativo così lungo, rivolgendo il suo plauso ai militari delle Fiamme Gialle. «La strada per contrastare questo fenomeno è questa», ha aggiunto il magistrato.

Una strada che parte da Trento nell’ estate del 2015, quando il Goa - reparto sotto la guida del tenente colonnello Stefano Lampone, comandante del Nucleo di polizia tributaria - inizia a monitorare l’attività di spaccio che viene compiuta sul territorio provinciale. Le indagini permettono di scoprire come alla base del narcotraffico vi sia un’organizzazione molto vasta e articolata: il nucleo, composto prevalentemente da nordafricani - spiega Lampone - è radicato in provincia di Trento e si avvale di “cellule” che operano in diverse regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Lazio), ma ha ramificazioni anche in Olanda, Marocco e Spagna, dove alcuni membri del sodalizio criminale si riforniscono di ingenti partite di droga, gestendone il trasferimento e la consegna in Italia.

Prezioso anche in questo caso, il ricorso alle intercettazioni (oltre ai pedinamenti e alle attività di osservazione). Per difendersi, come spesso accade, i trafficanti utilizzano un gergo criptico: la droga viene chiamata “castagna” o “latte”. Un’altra contromisura adottata è il ricorso a schede telefoniche intestate a terzi, o a persone inesistenti, che vengono spesso sostituite.

Il trasporto viene affidato a persone che fanno la spola con l’Italia e compiuto tramite auto private e mezzi pubblici, come treni e pullman. Tra i fattorini della droga anche la donna trovata alla dogana francese, vicino ad Aix en Provence: l’hashish era stato saldato nei parafanghi di una ruota posteriore. Ci sono poi i cosiddetti “corrieri ovulatori”, che nascondono la sostanza nello stomaco. Sono detti anche “a tempo”, perché gli ovuli, ingeriti in quantità (fino a un chilo e 300 grammi, secondo le stime) grazie a sostanze decontratturanti e sedative della muscolatura dell’esofago, sono rivestiti di cellophane e lattice che dopo un certo numero di ore si sfaldano, aggrediti dagli acidi dello stomaco: in quel caso il trasportatore va incontro a morte certa.

L’hashish sequestrato è risultato di qualità molto elevata: il principio attivo era pari al 31%, circostanza molto rara considerato che il valore medio in Italia è del10%.

I sequestri di ingenti quantitativi sono stati eseguiti anche a Padova, Roma, Torino e Imola. In Trentino, i più importanti, riguardavano 2,7 e 5,5 chili di hashish, in ottobre e dicembre 2015, e 1,1 chili di eroina nel marzo 2016. Il mercato di destinazione erano le piazze del Trentino e del Nord Italia. Gli arresti sono stati eseguiti a Trento città, Nave San Rocco, Ala e Commezzadura.













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