La festa «vegana» fa il tutto esaurito

Pienone per il festival antispecista dove la carne è off limits: i piatti a base di seitan e tofu conquistano i trentini


di Sandra Mattei


TRENTO. Incredibile ma vero. Anche una festa popolare di fine estate può attirare centinaia di persone, famiglie, gruppi di amici, senza che ci sia in menù nessun piatto di carne e senza il classico “profumo” di grigliata.

È successo ieri a Trento, dove si è svolto il primo festival antispecista vegano organizzato dalla Lav, sezione di Trento e da Eticanimalista. Una giornata intera, dalle 10 alle 22, per informarsi, riflettere e, soprattutto, realizzare attraverso scambi di ricette e di ingredienti, che vivere senza uccidere e sfruttare gli animali è possibile. Insieme ai volontari delle due associazioni, ieri sul prato del Centro Santa Chiara e sotto il tendone, hanno partecipato decine di associazioni arrivate dal Trentino e dall’Italia: da chi difende i conigli e le cavie per la vivisezione (La Collina dei conigli), a chi si occupa di fermare la strage di balene, di squali e di tonni (Sea Sheperd), a chi lotta contro la barbarie dell’estrazione della bile degli orsi in Cina, Vietnam e Corea (Salviamo gli orsi della Luna). Ad attirare l’attenzione delle centinaia di curiosi e convinti animalisti, anche alcuni stand con prodotti biologici, come quelli di scarpe “vegan friendly” in ecopelle, a quelle realizzate solo con tessuti e suole riciclate, ai prodotti biologici che stanno diffondendosi anche alle nostre latitudini. Ne è un esempio l’azienda di maso Giòmo, di Brentonico, che raccoglie piante officinali ed erbe aromatiche, per trasformarle in tisane, dolcificanti e salse, tutte rigorosamente biologiche. Ne parla convinto Giacomo Poli che, con il fratello Giovanni, hanno avviato da qualche anno l’attività. Propone sandali “glam” (anche con tacco 12) Diana Sani, sarda trasferita a Milano, che diffonde il marchio “Glamù” su internet, ovvero scarpe vegan friendly realizzate con tela, corda, poliuretano, materiali naturali e non, che niente tolgono a scarpe e infradito da far invidia a quelle di boutique, ma che costano meno della metà. Le scarpe “animal free”, sono prodotte invece dalla ditta Romeo vegan, che ha una sede a Vigo Nuovo (Venezia), con punti vendita in varie città del Nord Italia.

Ma il clou della festa vegana, ieri, è stato il pranzo, dove da mezzogiorno alle tre, l’affollamento è stato al di sopra di qualsiasi previsione. Sui tavoloni si sono alternate circa cinquecento persone a gustare i piatti a base di seitan e tofu, ma anche la classica pasta di pesto alle noci e i piatti di contorno con legumi e verdure. Non mancavano i dolci, senza burro e uova, ugualmente molto apprezzati. A dimostrazione che una dieta alternativa è possibile e può essere saporita anche senza carne e i derivati animali. «Non ci aspettavamo proprio tata gente», dice Ivana Ravanelli di Eticanimalista. E aggiunge: «Noi continueremo a fare la nostra campagna antivivisezione, con gli stand a Trento. E ieri bastava guardare i manifesti sulle condizioni di mucche, maiali, conigli e galline negli allevamenti intensivi, per capire che la carne tanto sana non è.

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