«L’inchiesta? Tutta colpa delle norme» 

Gios “il fustigatore”, direttore a Economia, difende l’ateneo: «Se si vogliono fare le cose, spesso si deve agire al limite»



TRENTO. «Non c’è nessuna questione morale all’Università. L’Ateneo è in linea con molte altre sedi e anche l’inchiesta della Finanza non ha fatto emergere, al momento, vicende di malaffare. Penso piuttosto che le normativa sia molto complessa e che sia difficile rispettarla». Il direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di Trento Geremia Gios, alfiere della questione morale e da anni fustigatore di partiti e Cooperazione, questa volta difende l’ateneo e la sua gestione. A suo giudizio non siamo di fronte a una mala gestio, ma piuttosto al tentativo di realizzare dei progetti nonostante norme burocratiche che rallentano o, in molti casi, bloccano l’attività degli uffici amministrativi: «Il vero problema, molto spesso, sono proprio le norme. Non solo per quanto riguarda l’Università, ma in tutto il settore pubblico. Se si vogliono fare delle cose spesso si deve agire al limite delle norme. Non mi pare che dalle indagini sia emerso che qualcuno abbia preso soldi. In questo caso, il giudizio cambierebbe, ma da quello che si vede non siamo di fronte a un malaffare diffuso. Per quanto riguarda gli appalti e i lavori spesso si agisce in questo modo per arrivare a fare qualcosa altrimenti realizzare, costruire, diventa troppo difficile».

Ma il professor Gios spiega che è una questione di norme complicate anche per quanto riguarda il doppio lavoro dei professori: «In questo caso, la normativa è cambiata da poco ed è molto complessa. In molti non la conoscono bene e si comportano come avevano sempre fatto. Anche in questo caso, però, non ci vedo niente di doloso. Tanto più che spesso un collegamento tra l’università e il mondo produttivo è più che positivo. Chi ha sbagliato dovrà pagare pesanti multe dell’Agenzia dell’Entrate, ma non si può certo dire che all’Università ci sia una questione morale. Io vedo altre sedi universitarie e posso dire che la nostro non è certo peggiore. Anzi, siamo in linea con le migliori». Anche sulle progettazioni affidate agli allievi dei professori Gios non rileva fatti gravissimi: «Un tempo accadeva sempre così e questo per vari motivi. Il primo è la riduzione dei costi. Spesso è molto costoso fare una gara per un incarico da poche migliaia di euro. Senza contare che si tratta di incarichi di carattere liberale in cui conta molto la conoscenza dei luoghi. Spesso la soluzione di fiducia è la migliore. E penso che anche in questo caso non ci sia stato niente di scandaloso. Tenendo conto, poi, che si tratta di incarichi di poche migliaia di euro non mi pare che ci sia stata malafede. Non siamo di fronte a una cattiva gestione del denaro pubblico».

Secondo Gios, il grosso problema sta proprio nella complicazione delle norme e del quadro spesso farraginoso che regola le pubbliche amministrazioni. «La normativa spesso è talmente complicata che blocca tutto e chi vuol fare è costretto a spingersi al limite».

Non la vede alla stessa maniera Giacomo Bezzi di Forza Italia che attacca l’Università, ma anche la giunta provinciale, colpevole a suo dire di un assordante silenzio: «Premesso che l’Università è troppo importante e strategica per il nostro territorio ed è un fiore all’occhiello della nostra Provincia in tutta Italia ed Europa, fa specie vedere sui giornali trentini le foto di responsabili del “Caso Università” senza che la politica di governo della Provincia di Trento non dica nulla e se ne lavi le mani».













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