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L'esperta: «Niente bel tempo in vista, a dominare è il variabile»

Erica Cova di Meteotrentino: «Quest’estate sono mancati gli anticicloni. Si alternano il sole ai temporali pomeridiani. I nubifragi? Imprevedibili»


di Luca Marognoli


TRENTO. Rassegniamoci: anticicloni all’orizzonte non ce ne sono, quindi ogni giorno - anche se sereno al mattino - conserverà il rischio dell’acquazzone pomeridiano. Questo quadro vale fino a domenica, perché le previsioni hanno vita corta, spiega Erica Cova, giovane previsore di Meteotrentino. Che non ci toglie però la speranza di un tempo più stabile per Ferragosto.

Qual è la situazione attuale?

Al momento le condizioni sono di estrema variabilità. Domani (oggi, ndr) ci sarà una mattinata soleggiata con probabili rovesci in serata, venerdì ancora soleggiato, sabato e domenica variabile, con di nuovo peggioramenti possibili nel pomeriggio.

Ci siamo abituati ormai al “temporale del pomeriggio”...

È nozione comune, soprattutto per chi va in montagna, che sia bene partire (e tornare) presto. I fenomeni dipendono dall'evoluzione diurna: è come mettere una pentola sull'acqua, le temperature raggiungono i massimi nel pomeriggio. I temporali sono celle convettive: c'è una massa d'aria che si solleva, quindi si formano grosse nuvole cumuliformi alle quelli sono legate le precipitazioni temporalesche. Ma ci sono mille fattori che influenzano il formarsi di questi cumuli.

Ce ne dica qualcuno.

Se ad esempio passa un fronte, se c'è un flusso di aria fredda in quota, se ci sono montagne che possono determinare un innalzamento di queste masse. È più probabile che i rovesci si formino sui rilievi e poi si spostino verso valle...

Tornando alle nostre previsioni?

In questo periodo si alternano giornate più belle a giornate temporalesche. Non siamo in condizioni di alta pressione stabile ma all’orizzonte non vediamo neppure l'arrivo di grosse perturbazioni.

Cosa è mancato finora perché ci fosse un'“estate vera”?

Per averla ci si trova, in genere, sotto l'anticiclone delle Azzorre o sotto quello africano: quest'anno nessuno dei due si è presentato. Almeno per adesso. E non si vedono grossi cambiamenti nel breve periodo. Più in là con le previsioni è difficile andare, ancor più in condizioni di variabilità come queste. I modelli continuano a mostrarci versioni diverse, ma sono tutte sfumature di variabile.

Per Ferragosto, quindi, non si possono fare previsioni...

Assolutamente no: è troppo lontano. Gli stessi modelli arrivano a 10 giorni ma sono attendibili per 3 giorni.

Veniamo alle “bombe d'acqua” di martedì notte.

Il termine tecnico è nubifragio, che suona meno grave. Il collega di turno il giorno precedente mi diceva che i modelli non aveva previsto nulla. Si tratta di fenomeni molto locali e sparsi, che sono stati forti in Val di Non, a Pergine, in Val di Fassa e dall'altro lato del Brenta, a Campiglio. Fenomeni impossibili da prevedere e da localizzare, perché troppo piccoli.

In futuro sarà possibile?

Il problema nasce dal fatto che i modelli sono su scala globale e devono rappresentare il mondo in maniera “discreta”, con un passo di griglia che è di 16 chilometri. Più si va sul piccolo meno si hanno dettagli. L'atmosfera è un sistema complesso e caotico. Pensiamo al butterfly effect: il battito d'ali di una farfalla in Brasile può provocare un uragano a Tokyo. Piccole variazioni nelle condizioni iniziali possono risultare decisive. Ma il modello è una versione semplificata dell'atmosfera e si discosta inevitabilmente da essa con il passare del tempo.













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