«L’Autonomia rischia il declino» 

Annalisa Caumo, presidente dell’Upt, teme l’appiattimento sul governo centrale



TRENTO. «Siamo preoccupati della tendenza a sminuire il senso originale e innovativo della nostra Autonomia. Le scelte in materia di cittadinanza e di accoglienza degli stranieri, oltre che per il merito, non possono che far riflettere anche sul piano istituzionale, proprio per il rischio di un appiattimento sulle politiche e sulle decisioni nazionali». Così Annalisa Caumo, presidente dell’Upt, ha aperto ieri i lavori del parlamentino allargato del partito. Quindi la parola è passata ai giovani per le introduzioni al dibattito politico. Enrico Capraro, Younnes Et Tahiri e Andrea Cavazzani sono intervenuti affrontando problematiche riferite a: processi di integrazione e cittadinanza dei giovani immigrati di seconda e terza generazione; la comunicazione e suoi strumenti; giovani, volontariato e ruolo nella comunità. Diversi gli interventi nel dibattito con osservazioni e proposte riferite al contesto socio\politico della comunità e al futuro ruolo del partito. «Nessuna volontà di guardare solo indietro, questo è stato il filo conduttore degli interventi - spiega l’Upt - ma di ripartire su basi nuove, nella consapevolezza che i valori e i principi della tradizione politica del popolarismo trentino in tanto saranno vivi anche in futuro, in quanto sappiano tradursi in linguaggi, proposte, forme anche organizzative e di rappresentanza radicalmente aggiornate e sappiano essere interpretati da una classe dirigente competente, generosa e rinnovata. «Molti avvertono che un ciclo si è chiuso – ha ricordato Caumo - ma il nuovo ciclo è tutt’altro che definito e soprattutto tutt’altro che rassicurante. In particolare in un contesto nazionale che vede il nostro Paese sempre più lacerato, isolato e indebolito nella sua struttura civile, sociale ed economica e nel suo ruolo europeo ed internazionale. Anche il Trentino corre rischi seri di declino in questo quadro, se non recupera una nuova capacità di concentrarsi sulle sfide più rilevati che ha difronte: l’equilibrio sociale in tutte le sue dimensioni; la competitività del sistema produttivo; la valorizzazione delle risorse ambientali, in una fase di cambiamenti climatici; la centralità delle politiche di formazione, ricerca, innovazione. Si tratta di sfide che coinvolgono tutta la società e non solo la politica. Ma spetta alla politica dare segnali credibili di capacità e di visione».















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