«L'arte non c'entra, sono vandalismi»

Basile, in prima fila contro i writers, accusa il Comune di sottovalutare il fenomeno


Sandra Mattei


TRENTO. E' stata la sua battaglia, in tanti anni di impegno politico nelle file di Forza Italia e del Pdl poi, come consigliere della circoscrizione San Giuseppe-Santa Chiara. Di Mario Basile non si contano le lettere inviate ai giornali sul problema dei graffiti. Lui li chiama semplicemente «imbrattamenti» e li definisce «un danno economico, ma anche un impatto negativo sulla qualità della città». Nel 2009 aveva anche lanciato una campagna di raccolta firme e nel giro di poche ore era arrivato a quota 200 sottoscrizioni. Allora aveva chiesto di istituire un nucleo di vigili urbani per il decoro urbano, da attivare in collaborazione con le forze di polizia e di incentivare la videosorveglianza.

Chiediamo se quella battaglia ha sortito a qualche risultato. «Il Comune ha approvato a suo tempo la mozione - ricorda - approvata in precedenza in consiglio circoscrizionale. Si impegnava l'amministrazione ad un maggior controllo da parte dei vigili, alla creazione di una banca dati sugli imbrattamenti, al potenziamento della videosorveglianza per disincentivare le azioni vandaliche e raccogliere fonti di prova per individuare i responsabili, ed a cancellare inoltre celermente le scritte e i disegni sugli immobili pubblici e privati».

Secondo Basile, però, gli effetti di quel provvedimento sono stati praticamente nulli. Commenta: «Non c'è stata la volontà di andare a fondo del problema, ed il graffitismo è stato sempre sottovalutato. Ritengo invece che, oltre al danno estetico, imbrattare le pareti delle case private e le superfici pubbliche insinui nei cittadini un senso di insicurezza e dall'altra parte di impunità. In città si deve avere il diritto di vivere nella legalità, rispettando le cose altrui e pubbliche».

Alla domanda se non ritenga che alcuni esempi di murale e graffiti siano belli esteticamente, risponde: «Non mi interessa se le scritte esprimano la rabbia o la creatività, il problema per me è quello della illegalità, come ad esempio l'occupazione del Centro Bruno. Non discuto se il murale sia o meno un'opera d'arte, può piacere o non piacere, ma è questione di rispetto delle regole». In conclusione, afferma Mario Basile, se c'è un regolamento approvato dal consiglio comunale, va rispettato e la lotta contro i writers deve essere senza se e senza ma.

Cosa consiglia, in definitiva? «So che si chiudono ancora troppi occhi - ribadisce il consigliere circoscrizionale - ed ho sentito ancora cittadini che hanno chiamato i vigili urbani, perché intervenissero nel momento in cui gli imbrattatori erano stati sorpresi, ma sono stati appelli inascoltati. Trento deve mirare all'eccellenza anche in questo caso e bisogna stimolare l'autorità ad intervenire più tempestivamente. Altrimenti si crea impotenza nei confronti di questi vandalismi e poco rispetto per la cosa pubblica».













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