L’abbraccio di Mattarella alla famiglia di Antonio 

Il capo dello Stato in Duomo non è voluto mancare alle esequie solenni Con lui c’erano il premier Conte ed il presidente del Consiglio d’Europa Tajani


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Come uno di famiglia. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’altro giorno a Ciampino l’aveva promesso, abbracciando forte il papà di Antonio Megalizzi, Domenico: «Farò di tutto per essere a Trento, ai funerali». E ieri alle 14 il Falcon presidenziale ha toccato terra al Caproni di Mattarello, con la neve ammucchiata ai lati della pista e con il capo dello Stato più forte dei bollettini meteo che sembravano sconsigliare il volo da Roma.

Mattarella ha varcato il portone centrale del Duomo alle 14.21: nella prima fila a sinistra della navata lo attendevano da circa 10 minuti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quello del Parlamento Europeo Antonio Tajani , oltre alla vicepresidente della Camera, Mara Carfagna. Le più alte cariche dello Stato, tutte assieme, ad un funerale in città, non si erano mai viste: e quelle di Antonio sono state esequie solenni, quelle che vengono riservate ad un evento luttuoso che ha colpito in modo particolare la coscienza degli italiani. In precedenza toccò a Francesco Cossiga, presenziare da presidente della Repubblica, alle esequie solenni dopo la tragedia di Stava, nell’estate del 1985. E Cossiga non si fece scrupolo di mostrare tutta la propria commozione.

Il capo dello Stato ed il premier ieri hanno volato separatamente, secondo un protocollo di sicurezza che prevede che le massime cariche dello Stato non viaggino mai assieme: un incidente o un attentato provocherebbero una pericolosa «vacatio» di potere. Diversamente dal presidente della Repubblica, Conte era atterrato a Verona.

Mattarella ha attraversato la navata, passando davanti ai due corazzieri che custodivano una corona fatta arrivare dal Quirinale e si è diretto sul lato opposto del Duomo, dove ha trovato posto la famiglia di Antonio e quella di Luana Moresco, la fidanzata. E proprio il papà di Luana è stata la prima persona che il capo dello Stato ha abbracciato, riservando lo stesso affetto a tutti i congiunti del giovane scomparso, soffermandosi qualche istante in più con Mimmo Migalizzi: un lungo abbraccio tra due uomini con i capelli canuti ed un grande dolore. Poi Mattarella si è seduto a fianco degli altri presidenti, con indosso un cappotto di panno nero, mentre Conte e Tajani l’avevano tolto in precedenza. Durante la messa, nei passaggi più toccanti, sia Tajani che la vicepresidente della Camera non hanno soffocato le lacrime. Il presidente del Parlamento europeo più tardi si limitava a dire: «Certo che mi sono commosso, abbiamo figli della sua età. E la vita di Antonio è stata un esempio». Con il capo dello Stato sono entrati in cattedrale il presidente della provincia Maurizio Fugatti ed il sindaco Alessandro Andreatta, in fascia tricolore. Mentre attendeva Mattarella, il governatore osservava: «Il Trentino ha vissuto molto emotivamente questa settimana e sono state tante le persone che si sono strette attorno alla famiglia, un messaggio importante per la città». Per loro un posto nel secondo banco, assieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora, M5s, e a Daria de Pretis, già rettrice dell’Università e giudice di Corte costituzionale. Nei banchi delle autorità hanno trovato posto i presidenti del Consiglio Regionale Roberto Paccher, quello del Consiglio provinciale Walter Kaswalder e, con fascia gialloblù, quello del consiglio comunale Salvatore Panetta. Non è voluto mancare il ministro dei rapporti con il Parlamento, il trentino d’adozione, Riccardo Fraccaro. In quei banchi anche l’ex segretario del Pd Maurizio Martina, la già presidente della Camera Laura Boldrini e l’ex governatore Ugo Rossi. All’uscita, dopo la messa, Mattarella è rimasto, da solo ed in silenzio, davanti alla bara.













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