Italcementi, bonifica finita Si apre una nuova stagione 

Ceschi, direttore della Cooperazione: «Lavori conclusi in anticipo sui tempi» Ora toccherà all’Appa certificare l’operazione. Restano in piedi le ciminiere


di Sandra Mattei


TRENTO. «I lavori all’area ex Italcementi hanno seguito il piano previsto, senza sorprese, e si sono conclusi nei tempi se non con qualche settimana di anticipo». È con soddisfazione che Alessandro Ceschi, direttore della Federazione Trentina della cooperazione, annuncia la fine dei lavori della bonifica dell’ex Italcementi, dopo circa otto mesi sui nove previsti, sull’area che rappresenta una delle partite più complesse per il futuro della città, visto che lì è prevista la realizzazione del nuovo centro espositivo, ma anche di uno studentato e residenze, un parco e un parcheggio di 2000 posti (vedi box a fianco, ndr.) .

Riassumendo, l’area che appartiene a Patrimonio del Trentino, ceduta dalla Cooperazione in cambio dell’ex Dogana (alla quale spettava la bonifica), era inquinata da idrocarburi e metalli per le lavorazioni della fabbrica nata negli anni Venti ed il piano di bonifica redatto dal geologo Luca Raffaelli prevedeva di stendere uno strato di terra di 50 mila metri cubi. «Prima abbiamo rimosso le cinque cisterne che contenevano idrocarburi - spiega Ceschi - ed abbiamo dovuto asportare anche il terreno in profondità sotto quest’ultime, perché negli anni si erano verificati sversamenti. In seguito siamo passati alla fase della copertura del terreno con uno strato di 1 metro sui 5 ettari di superficie, procedendo con cumuli di 1.000 metri cubi che sono stati di volta in volta controllati da parte della Provincia, per accertarsi che fosse materiale certificato. Si tratta infatti di materiale che proviene da impianti di riciclaggio della Valsugana e di Lavis, che deve essere già avere una certificazione all’origine, ma che è a sua volta controllato dai tecnici della Provincia».

Nello specifico, le cisterne che contenevano benzina e gasolio per alimentare le caldaie aziendali, rappresentavano un inquinamento importante per gli sversamenti di sostanze esauste depositate negli anni. Si è quindi dovuto asportare, oltre ai contenitori, anche il terreno sottostante. Walter Lazzarotto, che ha seguito in prima persona la bonifica, afferma che in ogni caso le sostanze inquinanti non sono arrivate alla falda acquifera.

«La bonifica è consistita nello stendere lo strato di terra - chiarisce Lazzarotto - per impedire il contatto dermico e scongiurare qualsiasi rischio. I punti inquinati erano quelli in corrispondenza delle cisterne e delle cabine elettriche, ma per creare una superficie uniforme abbiamo provveduto a ricoprire tutta l’area. Si è trattato in definitiva di asportare i punti inquinati e di evitare il contatto dermico su tutta l’area, mentre è stato accertato nelle analisi precedenti che non c’erano inquinanti aerei». I lavori sono stati svolti da più ditte aderenti al Consorzio Lavoro Ambiente, che aderisce alla Cooperazione ed il costo, preventivato sui 741 mila euro, dovrebbe subire un lieve incremento. Ora i passaggi prevedono che la Cooperazione comunichi la fine dei lavori alla Provincia e l’Appa entro 90 giorni dovrà accertare che la bonifica è stata svolta con correttezza. Da segnalare che la Cooperazione si era resa disponibile a demolire le ciminiere, se ci fosse stata un’intenzione in questo senso. Ma essendo tutelate dal Prg, avrebbe dovuto prendere una decisione il consiglio comunale. Dal canto suo, Paolo Biasioli, assessore all’urbanistica annuncia che nei prossimi giorni ci sarà un incontro con il Comitato di Piedicastello per avere dei chiarimenti e in un’assemblea pubblica si comunicherà quanto è stato fatto.















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